Il volo in Borsa di Mps. Altro rialzo del titolo. Il Governo riflette sulla vendita del 10%

Scaduto il vincolo, il Mef potrebbe incassare 450 milioni dal pacchetto. I dilemmi sui tempi e sulla scelta degli acquirenti. Giorgetti potrebbe. aspettare maggio per incassare di più e decidere sulle alleanze future.

Il volo in Borsa di Mps. Altro rialzo del titolo. Il Governo riflette sulla vendita del 10%

Il volo in Borsa di Mps. Altro rialzo del titolo. Il Governo riflette sulla vendita del 10%

Un’altra seduta di Borsa chiusa con un rialzo: + 2,95% e quotazione a 3,662 euro, vicino al record di 3,73 toccato a metà febbraio. Le voci della ripartenza del risiko finanziario, assieme ai bilanci e alle scadenze, in questo caso fanno bene al Monte dei Paschi. Che ha superato i 4 miliardo e 600 milioni di capitalizzazione, avvicinandosi al doppio del valore dopo l’ultimo aumento di capitale. Tutta manna per le casse dello Stato e miele all’orecchio del ministero dell’Economia e Finanze. Che può sempre di più sventolare il modello Monte dei Paschi come esempio di privatizzazione virtuosa del Governo Meloni. In mezzo ad esempi più tormentati come Ilva e Ita.

Da qualche giorno è scaduto il vincolo che impedisce al Tesoro di vendere un’altra fetta del 39,23% detenuto in Mps, per questo il mercato finanziario è euforico. Eccitato dalle indiscrezioni su una vendita a breve termine, da parte del ministero retto da Giancarlo Giorgetti, di un altro 10% di azioni di Banca Mps. Come già fatto a novembre con il 25% del capitale, piazzato sul mercato in cambio di 920 milioni di euro, la procedura di cessione accelerata, messa a punto dagli advisor, potrebbe consentire al Tesoro di vendere 125 milioni di azioni (il 10% del totale) approfittando della finestra favorevole delle quotazioni in Borsa. Con un prezzo a 3,60 euro, il Governo incasserebbe 450 milioni di euro. Ai quali però bisognerebbe sottrarre 31 milioni di euro di dividendi (25 centesimi per azione) che su quel pacchetto saranno incassati a maggio. In pratica un quarto dei dividendi totali per il Tesoro, pari a 123 milioni.

Vendere ora o aspettare maggio? E’ un dilemma piacevole per Giorgetti, per il direttore generale del Tesoro Riccardo Barbieri Hermitte e per Marcello Sala, l’uomo delle privatizzazioni al ministero. La troika che ha fissato in 20 miliardi di euro la somma da raccogliere dalla vendita di asset di Stato. A maggio ci saranno anche i conti del primo trimestre 2024, che potrebbero dare un’altra spinta verso l’alto al titolo Mps, aumentando l’incasso dalla vendita. Deutsche Bank ha fissato il target price a 5,1 euro per azione, una cifra allettante.

L’altro dilemma è a chi vendere? Ripetere il modello di novembre alleggerirebbe la quota del Tesoro ma potrebbe far salire quella di qualche fondo. Forse è meglio cominciare a pensare alle strategie e alle alleanze, dando corpo ai desideri del ministro Giorgetti e di tutto il Governo: "Sono convinto che nel 2024 possa concretizzarsi una soluzione in grado di ridefinire il sistema bancario in un’ottica policentrica" è l’auspicio del Mef. E il 2024 è anche la scadenza fissata dalla Bce per dismettere la quota di Mps.

Invece di risalire sull’altalena e ribadire i pro e i contro di un’alleanza tra Monte e Banco Bpm (con l’ad Castagna che alza continuamente un muro verso Siena) o con Bper-Unipol (anche qui il dominus Carlo Cimbri non vuole aprire il dossier), meglio registrare la presa di posizione di Franco Casini, coordinatore Fabi in Mps. Un ritornello già sentito, ma almeno è tra virgolette. "Aspettiamo di capire le intenzioni del Governo, dal passo che farà si apriranno scenari diversi. Per salvare il Monte, ma soprattutto il lavoro di migliaia di uomini e donne che hanno a cuore le sorti dell’istituto - ha dichiarato Casini in un’intervista a Milano Finanza -. Noi ci auguriamo che rimanga autonoma. Siamo coscienti che l’autonomia dipenderà dal Governo, ma ancor di più dalla Bce. Vedremo se il Tesoro chiederà un’ulteriore proroga alla dismissione delle quote in suo possesso". Casini e la Fabi mettono l’accento sulla fase nuova di Banca Mps. "Il giorno dopo l’approvazione del bilancio, abbiamo portato a casa un accordo per 300 nuove assunzioni da destinare alla rete. Io sono fiducioso che questo sia un nuovo inizio per la banca".

Pino Di Blasio