Cosa ci aspettiamo dagli artisti per i drappelloni 2024? Intanto passione e rispetto, come fece Bruno Marzi per la carriera del luglio 1956. Questo conosciuto autore fa risplendere tutta le certezze epiche e neoclassiche della cosiddetta civiltà senese: in primo piano vive l’assoluto protagonismo di un cavaliere senese, il Capitano del Popolo che risplende in tutta la sua solennità dei tre colli. Dietro a questa fondamentale figura si intravede proprio la basilica di Provenzano, dove i contradaioli andranno poi a ringraziare per la vittoria, portandosi l’opera di Marzi. Una classicità ben conosciuta e collaudata che risplende anche nella parte superiore del cencio, dove angeli e Madonna di Provenzano sono raffigurati con estrema chiarezza e soprattutto nel solco di una conosciuta tradizione iconografica. Il resto è affidato a elementi di abbellimento, come le raffinate colonne a cornice che si fregiano delle dieci consorelle che si contenderanno sul Campo l’opera di Marzi. Certo, un drappellone che non racconta nulla di nuovo, che non lascia tracce di discontinuità, ma sicuramente apprezzato nella sua consuetudine che i senesi del dopoguerra apprezzavano con pacata e malcelata soddisfazione.
Massimo Biliorsi