Il ’Santa Maria della Scala’ cerca nuovi fondi

Mercoledì il Consiglio comunale approverà lo Statuto con Siena Parcheggi che sarà la società di servizi. Ora servono risorse finanziarie

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SIENA

Mancava un tassello al sindaco (che è anche assessore alla cultura) De Mossi per completare la rivoluzione sul Santa Maria della Scala. Dopo mesi di attesa, mercoledì prossimo, in Consiglio comunale, il cerchio si chiuderà. Dopo l’uscita di scena dell’ex direttore Pitteri, la parola fine sul contratto con Opera Laboratori (che formalmente si concluderà da novembre) e il coinvolgimento di Siena Parcheggi trasformata in società di servizi, con il nuovo statuto della Fondazione del complesso museale il sindaco porrà il proprio sigillo definitivo sull’ex ospedale.

Il documento, approvato a metà febbraio dall’apposita commissione (con il solo voto contrario di Alessandro Masi, capogruppo del Pd), regola di fatto gli indirizzi della "Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala", che ha nel Comune l’unico socio fondatore. Come si tiene in piedi l’operazione dal punto di vista economico? Al punto 2 dell’atto costitutivo si legge: "La Fondazione persegue l’acquisizione di risorse finanziarie sufficienti a garantire un’adeguata conservazione e valorizzazione del Santa Maria della Scala e dei relativi beni culturali conferiti". Con le casse delle amministrazioni comunali provate, com’era prevedibile, dal periodo storico e il venir meno di un player culturale come Opera, va da sé che la sussistenza debba essere ricercata soprattutto nella "benevolenza" di privati, enti e associazioni che in questo modo rientrerebbero nei "soci sostenitori". "La Fondazione mira ad essere uno strumento di espressione dell’immagine di Siena nel mondo, al fine di costruire un’opportunità di sviluppo economico, sociale, civile e culturale" si legge ancora nella delibera, sulla scia di quello che è un po’ il modello Strozzi a Firenze. Anche se il confronto vacilla se si guarda alle capacità attrattive delle due città e si considera il momento economico che l’intero Paese sta vivendo. In ogni caso bisogna attendere che la Fondazione entri nel pieno delle sue funzioni per coglierne la linea e molto dirà lo stesso Consiglio di amministrazione, i cui componenti saranno tra 5 e 9, sul quale il Comune avrà un peso non indifferente dal momento che nominerà sia il presidente che la maggioranza dei consiglieri, e in sostanza anche il direttore il quale verrà sì scelto tramite selezione pubblica, ma pur sempre dal Cda. Il primo Consiglio, che sarà scelto interamente dalla componente pubblica e nel giro di poche settimane, resterà in carica fino al dicembre 2023, anno delle elezioni amministrative. Nel frattempo si cerca di rodare la macchina, raccogliere interessi, sguardi e con essi, soprattutto, finanziamenti.