Il reliquiario di San Galgano torna a casa 32 anni dopo

Ritrovati dieci reperti trafugati a Montarioso. La gioia del ministro

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di Pino Di Blasio

Una restituzione 32 anni dopo, una ferita rimarginata, un colpo ai ladri d’arte che è un’altra medaglia al petto dei carabinieri del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale. Il reliquiario di San Galgano, o di Frosini, visto che era custodito nella chiesa nel territorio di Chiusdino,opera in rame dorato con smalti traslucidi del XIV secolo, assieme a calici e pissidi in argento e cesellati, rubati nella notte tra il 10 e l’11 luglio 1989 dal Museo del seminario di Montarioso, sono tornati a casa. E sono in bella mostra su un tavolo del salone dell’arcidiocesi, sotto lo stemma del nucleo dei arabinieri.

Sono il pezzo forte dell’evento organizzato dal cardinale Augusto Paolo Lojudice,che ha chiamato a Siena il maggior Gianluigi Marmora, comandante del nucleo carabinieri Tpc di Palermo, i professori Alessandro Bagnoli e Elisabetta Cioni, oltre alle tante autorità in sala, dal prefetto Maria Forte, ai sindaci interessati (Luigi De Mossi di Siena, Luciana Bartaletti di Chiusdino e Andrea Frosini di Monteriggioni) e al soprintendente Andrea Muzzi. In videconferenza il ministro della Cultura Dario Franceschini, il generale Roberto Riccardi, comandante dei carabinieri Tutela Patrimonio Culturale e la professoressa Barbara Jatta, direttore dei Musei Vaticani, erede di Antonio Paolucci, ex ministro e direttore per anni.

Il celebre Reliquiario di San Galgano proveniente dall’antica Abbazia è uno dei più preziosi manufatti dell’oreficeria senese del primo ‘300. Che a quell’epoca era celebre in tutta italia, tanto da ricevere commissioni importantissime da parte della corte pontificia. Dieci degli undici pezzi trafugati dal Museo Diocesano nel 1989 sono stati restituiti ai legittimi proprietari grazie ad un‘accurata indagine del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Palermo coordinato dal Tribunale di Catania. L’unico pezzo non ritrovato è un calice seicentesco in argento proveniente dalla chiesa della Certosa di Maggiano.

"Quando viene violata una proprietà privata – ha detto il cardinale Augusto Paolo Lojudice – c’è sempre un grande dolore. Quando viene violato un luogo sacro è ancora più doloroso. Questi oggetti erano nel Museo Diocesano e la violazione fu fatta non solo alla Chiesa di Siena, ma a un pezzo di storia. Gli oggetti non sono idoli, ma alcuni oggetti sono segni di tradizioni vive, di vite di persone, non solo di chi li ha realizzati, ma di coloro per i quali hanno un significato particolare. L’arte è un patrimonio di tutti, oggi celebriamo la restituzione di questi oggetti non solo alla loro integrità, ma alla fruibilità di chiunque voglia, perché siamo tutti parte di un unico popolo, che cammina insieme e in cui ognuno fa la sua parte. La presenza oggi di tante istituzioni diverse vuole proprio rappresentare questo".

Il reliquiario di San Galgano non è tornato intero a casa, ha subito traumi violenti, è stato smembrato per essere venduto meglio. Da oltre un anno era stato ritrovato dai carabinieri di Palermo, il 22 gennaio del 2020. Dopo le indagini della procura di Catania, il 5 febbraio di quest’anno è stata notificata all’Arcidiocesi il dissequestro e la restituzione completa. Ma lo stato di degrado del reliquiario, spezzato all’altezza del piede, con gli smalti danneggiati, ha evidenziato la necessità di un intervento urgente di restauro. E il cardinale Lojudice, il 23 febbraio, ha chiesto e ottenuto dal Governatorato della Città del Vaticano la possibilità di restaurare i preziosi oggetti presso i Musei Vaticani. Che hanno affidato il progetto al Laboratorio di Restauro Metalli e Ceramiche, condotto da un gruppo di esperti restauratori, già operativi in passato in simili interventi.

"È bello – ha commentato il Ministro della Cultura, Dario Franceschini – celebrare oggi la fine di questa storia, sebbene dopo una lunga attesa. Questi oggetti tornano finalmente dove sono stati rubati e questa vicenda dimostra una volta di più quanto le comunità locali siano orgogliose e legate ai propri simboli, anche oltre il valore religioso. Un particolare ringraziamento ai nostri Carabinieri della tutela del patrimonio culturale sono un’istituzione nota in tutto il mondo, con un’esperienza pluri-decennale che si rinnova ogni giorno".

Il professor Bagnoli, che nel 1989 lavorò all’istituzione del Museo Diocesano, ricorda quel furto come un "colpo al cuore". "L’importanza storica e artistica del reliquiario di San Galgano - ha detto - è provata anche dal fatto che stampammo un opuscolo su quell’opera, tra i cento oggetti d’arte rubati più importanti d’Europa. Fu il pezzo pregiato della mostra Il Gotico a Siena nel 1982, poi portata ad Avignone l’anno dopo".