Il perito ricostruisce il calvario di Zanardi: i rilievi sul luogo dell'incidente

La moglie ha seguito ogni passaggio, dal sopralluogo sul tir alle verifiche sulla handbike a Pienza. Quindi c'è stato il ritorno sul luogo del dramma.

Un momento della perizia (Foto Dipietro)

Un momento della perizia (Foto Dipietro)

Siena, 17 luglio 2020 - E’ il primo ad arrivare nel piazzale dell’autosoccorso ‘Sicar’ in viale Toselli, il consulente del pm Serena Menicucci, l’ingegner Dario Vangi di Firenze. Mancano pochi minuti alle 14. Qui si trova l’Iveco Eurostar sequestrato, contro cui si è schiantato Alex Zanardi. Il super-eroe di forza e positività che tiene l’Italia con il fiato sospeso dal 19 giugno scorso. Poco dopo arriva il professore bolognese, ingegnere anche lui, Mattia Strangi, scelto dalla difesa di Marco Ciacci, l’autista del tir. Ad ora unico indagato. Accompagnata da un avvocato, in un’auto scura, la moglie del campione, Daniela Manni con il consulente della famiglia. La perizia inizia sotto un sole che non lascia scampo. Il tir viene spostato per consentire fotografie, misurazioni, vedere se è in equilibrio. Ci si sofferma in particolare sulla parte destra del mezzo, quella del conducente. Qui è avvenuto l’urto, come ha documentato il video del filmaker Alessandro Maestrini. Fra il predellino e la ruota, l’ipotesi da subito delineata dagli investigatori. Anche la moglie di Zanardi a tratti gira intorno al camion che davanti ha due ferri di cavallo rossi. Ci vuole tanta forza e un cuore grande, come ha già dimostrato anche nel momento dei soccorsi, per iniziare a rivivere quel film di dolore con la sua compostezza. Gli accertamenti in viale Toselli, infatti, sono solo l’inizio di una lunghissima giornata che serve per cristallizzare la verità sull’incidente e sulle eventuali responsabilità. Alle 15,20 il tir torna al suo posto: operazioni finite. Prossima tappa è Pienza. Ma prima di recarsi in quel tratto di strada, in discesa, dove è accaduto lo schianto, l’ingegner Vangi e tutti gli altri componenti del gruppo fanno tappa alla caserma dei carabinieri del paese. E’ qui che dal 19 giugno è custodita la handbike del campione, unitamente al casco che Zanardi indossava. E che nel tremendo urto si è rotto. Restano all’interno quasi due ore durante le quali viene fatto portare un compressore. Probabilmente usato per gonfiare le gomme della hanbike e verificare se erano forate. Il consulente del pm deve verificare, nei 60 giorni di tempo concessi per rispondere ai quesiti, anche se ci può essere stato un guasto. Non deve essere stato facile, poi, per la moglie del campione tornare in quella striscia di asfalto in discesa dove è accaduto tutto. E dove lei ha continuato a parlare al marito, ad incoraggiarlo per non fargli perdere coscienza, come la esortava un medico legale che si trovava per caso a passare di lì. Non è stato facile tornare eppure Daniela Manni l’ha fatto con coraggio. Di più. Con il suo racconto e le sue spiegazioni ha aiutato (sebbene non abbia assistito all’urto) la ricostruzione dei fatti. A più riprese, poi, i consulenti hanno toccato l’asfalto. Basta chiedere a qualsiasi esperto del settore per capire che si cerca di percepire se è stato inciso, probabilmente quando la handbike si è piegata. Serve per ricostruire la traiettoria. Quell’asfalto che entra nella perizia per capire se era troppo rovinato.

Sono le 20. Sei ore dopo l’inizio degli accertamenti a Siena. I tecnici si salutano. Adesso è il momento dello studio e dell’analisi.