Andrea Mari riposa da sabato nel minuscolo cimitero di Torri. A due passi da casa dei genitori, dalla villa di famiglia con piscina che è stata da sempre il suo rifugio. Anche il luogo dove accoglieva le dirigenze e gli staff Palio quando la Carriera era ormai alle porte. Tanti i fiori lasciati sulla sua tomba, qualcuno che non aveva potuto andare (o non se l’era sentita) a salutarlo nella camera ardente allestita nell’Entrone ha preferito farlo ieri nell’intimità del camposanto di Torri. Luogo semplice e raccolto, in mezzo alla campagna.
Non si fermano però i messaggi di affetto per questo giovane uomo che amava vivere sempre al massimo. In una sorta di sfida con se stesso. Uno forse dei più belli è stato quello che gli ha dedicato una collega. Sì, Rosanna Bonelli, detta Diavola ma lei preferisce essere chiamata Rompicollo, l’unica donna nella storia recente della festa ad aver indossato un giubbetto di Contrada. Era il 16 luglio 1957, corse nell’Aquila su Percina. "Anche se mi hai fatto vivere il più brutto Palio della mia vita, resterai sempre una stella tra i fantini. Ciao Brio, ci mancherai!". Bonelli è dell’Aquila e dunque si riferisce alla Carriera del luglio 2006 quando appunto Brio trionfò proprio davanti alla sua Contrada. Ma queste parole confermano una volta di più quanto ha dimostrato, seppur nella tragedia, la scomparsa di Andrea Mari. Il valore dell’uomo, al di là del fantino. Quella sua capacità innata di tessere relazioni con le persone di ogni ordine e grado. Il suo farsi volere bene anche se, magari, qualche bugia la diceva nel Palio. Era amato perché uno dei pochi figli di Siena a correre in Piazza con professionalità e capacità. Con quel desiderio di osare sapendo però cosa faceva che gli ha regalato sei vittorie. Seppur con il grande rammarico per l’ultima, quella nel Bruco con Schietta nell’agosto 2019, mancata davvero di un soffio.
La.Valde.