"I sussidi cancellano la cultura d’impresa"

Campinoti, presidente Confindustria Toscana sud: "Il Governo non ha fatto nulla contro la seconda ondata del virus, ora spreca soldi"

di Pino Di Blasio

Presidente Campinoti, lei ovviamente è in sintonia con Bonomi, presidente nazionale di Confindustria, sulla critica alla alla politica dei sussidi

"in Toscana siamo abituati a lavorare, a fare le cose in maniera produttiva. Questo è un territorio intraprendente, siamo un popolo di imprenditori, non abbiamo mai vissuto di sussidi".

Eppure ora dovrete farci i conti, la Toscana è zona rossa..

"Non riesco a capire come vengono letti i dati, che sono alla base di decisioni prese a caso. Il presupposto è che non ci sono focolai nelle aziende, la seconda ondata del virus è partita dai luoghi gestiti dallo Stato: trasporti, residenze sanitarie, scuole. Tutto quello che avrebbero dovuto fare in estate per mettere in sicurezza i luoghi critici, non è stato fatto".

Sicuro che le aziende abbiano fatto tutto ciò che dovevano?

"Prenda il settore turistico: le imprese hanno investito tante risorse per rispettare i parametri, lo stesso hanno fatto i ristoratori. Nessun caso positivo è stato registrato in hotel o al ristorante. Gli assembramenti nelle piazze, gli autobus pieni non sono colpa degli imprenditori. Ma il ristorante è chiuso perché lo Stato ha sbagliato".

Come gestire l’emergenza?

"Una classe politica la giudichi in base alle scelte che fa anticipando l’emergenza. I danni provocati dal fatto di non aver pensato prima a come attenuare la seconda ondata ora vanno tamponati. Ho sentito inni e complimenti su come l’Italia aveva gestito la pandemia. Mi sembra che la Germania sia stata più brava. Noi ci lodiamo da soli".

Niente toppe, d’accordo. Ma cosa bisognerà fare?

"Le aziende e i cittadini hanno dato prova di maturità, la politica non so. Se la curva dei contagi calerà, passeremo un Natale più allegri e a febbraio si ricomincerà con i lockdown. Quando il sistema collasserà, tutti chiederanno dove siano stati investiti i miliardi. Se come Governo non hai dato una prospettiva al Paese, sei colpevole".

Non le piace il decreto ristori?

"Vorrei che il ristoro arrivasse alle imprese in maniera puntuale. La maggior parte dei ristori è annunciata, ma non c’è ancora. C’è chi aspetta la cassa integrazione da primavera".

Faccia un esempio concreto di investimenti che diano prospettive al Paese.

"Mi costringe a fare il vecchietto che nei film ripete sempre la stessa storia. La lista delle infrastrutture è la stessa di prima delle elezioni, quello che c’è da fare si sa. Ora deve essere fatto. Ma abbiamo a che fare con chi parla di crisi del sistema sanitario e non ha ancora preso i miliardi del Mes".

Qual è lo stato di salute dell’economia senese?

"Tutte le industrie lavorano, chi più, chi meno. L’economia senese è variegata, ci sono settori che stanno morendo e altri che crescono. A marzo finirà il blocco dei licenziamenti, una misura apprezzabile per salvare il lavoro. Ma le aziende che non hanno né fatturati né prospettive, se non licenziano saranno costrette a chiudere".

Teme impatti pesanti sul tessuto economico?

"Non sull’industria, ma sul turismo sì. Guardi al settore termale: hanno trattato per ottenere il riconoscimento di presidi sanitari, hanno fatto investimenti in sicurezza per rispettare i parametri e ora la Toscana in zona rossa ha vanificato tutto. Per di più nel decreto ristori non c’è nulla per il settore. Molti imprenditori sono mentalmente stanchi, provati da una cultura anti impresa che si diffonde. Così perdono motivazioni, coraggio, voglia di fare. Questo è ciò che preoccupa: la pioggia di sussidi e garanzie che cancella la voglia di impresa".