REDAZIONE SIENA

Accoltella la moglie. "Volevo solo spaventarla"

Drammatico racconto dell’uomo accusato del tentato omicidio della moglie. Smentisce la fuga dopo l’aggressione: "Ero confuso, andai alla stazione"

Violenza sulle donne

Siena, 13 maggion2022 - "Ha iniziato a gridare, le ho detto di smettere ma lei non l’ha fatto. Non pensavo minimamente di accoltellarla, volevo solo fare paura a mia moglie". Un concetto che fra lacrime e commozione, l’uomo declina più volte sul banco dei testimoni. Oltre un’ora per raccontare cosa accadde quel caldo giorno di luglio, neppure un anno fa, a Castellina Scalo, quando convinto di aver ferito a morte la donna, questo sostiene la procura, fuggì con il treno consegnandosi poi a Firenze.

"Certo che mi dispiace, non volevo che succedesse – ha detto aiutato dall’interprete nonostante il 58enne viva da 20 anni in Italia – , non si trattava di una cosa programmata. E’ stata la causalità". Non c’era ad ascoltare quelle parole la moglie: deposita un certificato l’avvocato Emiliano Ciufegni. Tanto che il collegio presieduto da Simone Spina fissa un’udienza a luglio per ascoltarla ed emettere la sentenza. Nel mezzo ce ne sarà un’altra per raccogliere le parole del figlio e anche del consulente.

"Si sentiva gridare spesso, a volte anche la notte", aveva spiegato il vicino di casa della coppia. Poi tocca all’imputato ricostruire, a fatica, una vita difficile con la donna "che è stata sempre malata. Non si muoveva da casa senza che nessuno l’accompagnasse", inizia. "Avevamo finito di pranzare, le ho chiesto di prendere un caffè. Lei non lo voleva, poi ha iniziato a gridare, le ho detto di smettere ma continuava. In quell’istante ho preso un coltello per farle paura", va dritto al momento in cui è iniziato tutto. "Era sul divano, quando si è girata verso di me ma stando sempre seduta. Mi sono avvicinato, mi ha preso la mano, il coltello l’ha ferita", dice con un filo di voce. Incalzato dalle domande del pm Silvia Benetti, successivamente del difensore Enrico De Martino, mostra al collegio come avrebbe impugnato il coltello poi riposto nel cassetto. "Con la punta leggermente verso l’alto, un po’ diagonale", sintetizza il gesto il presidente Spina. L’uomo racconta di essersi spaventato quando ha visto il sangue, non intendeva fuggire. Era confuso. "Andai verso la stazione, c’era una coincidenza, arrivò in quell’istante un treno e salii", dice. Finché dopo aver pensato di consegnarsi ad Empoli, non trovando nessun agente lì lo aveva fatto a Firenze.

Poi emerge l’aspetto prettamente intimo e familiare. Le discussioni perché non erano riusciti ad avere una casa loro, per esempio. "Soffriva d’insonnia, non dormiva a volte anche per alcuni giorni di seguito", ancora spazzi di una rapporto complesso molto faticoso. Il marito faceva la spesa, lui era costretto a cucinare.