
Bruno Mazzuoli
Siena, 3 maggio 2017 - IL CAPITANO Bruno Mazzuoli è l’unico dirigente che sa di avere l’avversaria in Piazza a luglio: più facile allora questo Palio per il Leocorno?
«Se hai la rivale sul tufo è sempre difficile. Poi, in generale, chi ha la nemica è costretto a ragionare sempre in termini più complessi perché deve stare necessariamente sull’altra sponda rispetto all’avversaria. In più ti devi preparare per fare un Palio con maggiori sfaccettature: potrebbe essere contro, in qualche maniera per tutelarti. Una Carriera, insomma, che ti possa far salvare l’onore».
Mazzuoli parla di ‘sponde’: allora esistono gli schieramenti.
«Il fatto è che il mio fantino di riferimento non può ovviamente essere quello della rivale».
Leocorno e Andrea Mari sono distanti, è chiaro.
«Un grande professionista ma è il fantino della Civetta. Non solo del Castellare, per acrità, certamente non può essere il mio».
Allora per forza bisogna bussare alla porta di Scompiglio e di Tittia?
«Sarà uno che non è Andrea Mari il fantino di Pantaneto».
I nomi che ho fatto però a Mazzuoli piacciono...
«Assolutamente sì. Tutti e due. Molto».
Indifferentemente?
«Due figure diverse, comunque anche loro due grandi professionisti, come Andrea. Due grandi punte: serve una serie di circostanze per potergli far indossare il giubbetto. Se si verificasse tale situazione sarei molto felice».
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