Evasione da 4 milioni, Gianna Nannini patteggia un anno e due mesi

Il gup ha accettato la proposta presentata dalla cantante. Prevista la sospensione condizionale della pena e la non menzione nel casellario giudiziario

Gianna Nannini

Gianna Nannini

Siena, 30 giugno 2015 - Gianna Nannini tira un sospiro di sollievo e 'se la cava' con un anno e due mesi di reclusione con sospensione condizionale della pena e la non menzione nel casellario giudiziario.

Il gup di Milano, Fabio Antezza, ha accolto la proposta di patteggiamento presentata da Gianna Nannini nel procedimento che la vede imputata per per una presunta evasione fiscale da quasi 4 milioni di euro.

Un patteggiamento reso possibile dall'accordo già trovato dalla rock star senese con l'Agenzia delle Entrate sull'entità del risarcimento da versare per chiudere il proprio contenzioso tributario con il fisco italiano.

Soddisfazione dall'avvocato Giulia Bongiorno che difende la cantante: "La decisione della Gng Musica S.r.l. di sancire un accordo conciliativo con l'Agenzia delle Entrate deriva dalla volontà di mettere al più presto la parola fine a un doloroso capitolo giudiziario. Gianna Nannini, amareggiata e sorpresa dalla vicenda, nel ribadire l'assoluta trasparenza della propria condotta, nega recisamente qualsiasi interposizione fittizia con società estere e sottolinea che gli addebiti sono riferibili esclusivamente all'operato di soggetti terzi nei quali nutriva una sconfinata (e tuttavia malriposta) fiducia".

Gianna Nannini era accusata di aver sottratto al fisco, tra il 2007 e il 2012, 3 milioni e 750 mila euro interponendo tra la società milanese Gng Musica srl, della quale risulta essere proprietaria e amministratore unico, e le case discografiche Sony e Universal (estranee alle accuse) una società di diritto irlandese (Bad&Worth Limited) e un'altra di diritto olandese (Z-Music Enterprise B.V), prive di una vera e propria struttura. Tutto ciò, secondo l'ipotesi degli inquirenti, in modo da non pagare al fisco italiano le royalties dei dischi e dei concerti in quanto delocalizzati in Stati in cui la tassazione risulta più favorevole. Per l'accusa, inoltre, una quota di questa evasione (126mila euro) sarebbe stata realizzata detraendo dalle dichiarazioni dei redditi alcuni costi «inerenti attività canora» ma che si ritiene in realtà riguardassero non i palcoscenici e l'attrezzatura per i concerti ma gli arredi e decorazioni di una casa che la Nannini possiede in un bosco nei dintorni di Piacenza. Con parte della somma evasa, la cantante avrebbe anche comperato un appartamento da circa 1,1 milioni di euro nel quartiere londinese di South Kensington.