
Domenico Carluccio protesta davanti al Tribunale dei Minori (Giuseppe Cabras/New Press Photo)
Siena, 8 aprile 2015 - Al danno si è aggiunta la beffa. Proprio il primo aprile è stato attuato il decreto di affidamento eterofamiliare segreto e così il signor Domenico Carluccio e sua moglie, entrambi residenti a Colle Val D’Elsa, potranno vedere loro figlio, di quattro anni e mezzo, due ore a settimana in un luogo protetto. Niente di più: né sapere l’identità della famiglia che ha preso in carico il piccolo, né potranno telefonargli, né tantomeno andarlo a trovare anche solo per portarlo a mangiare un gelato. Da un mese La Nazione segue le vicende di questo intricato iter giudiziario e, dal 23 marzo, giorno in cui Carluccio protestò davanti all’Istituto degli Innocenti di Firenze per riavere il bambino ospitato nella struttura, siamo passati dalla padella alla brace.
Alla luce della drastica decisione di propendere per l’affidamento segreto, ieri Carluccio, ha continuato il suo sciopero della fame in via della Scala, a Firenze, davanti al tribunale per i minorenni con tanto di cartello: «Sono anche disposto a lasciare il mio bambino in affidamento se proprio ancora non ci sono le condizioni che torni con noi, magari alla famiglia dove è stata accolta la sorellina - spiega Carluccio - ma non cederò mai a questo decreto. Io e mia moglie siamo persone perbene, ci amiamo e amiamo i nostri figli, lottiamo per il loro bene. Perché ci hanno allontanato il piccolo senza motivo?» La storia è complessa e inizia nel 2007 quando a causa delle sfavorevoli condizioni economiche la famiglia Carluccio, mamma padre e figlia, viene sfrattata. Poi subentrano i problemi di salute del signor Domenico
La bambina viene affidata a un’altra famiglia. Dopo qualche anno nasce il piccolo: lui e la madre vivono insieme in una casa famiglia, poi il bambino viene trasferito a Firenze e il primo aprile trasferito nuovamente in una famiglia della quale i genitori non sanno nulla. In tutti questi anni i problemi della famiglia Carluccio si sono piano piano risolti, grazie alla loro irriducibile forza d’animo: la signora ha un lavoro stabile, vivono a Colle in un appartamento messo a disposizione dal Comune, pagando regolarmente l’affitto, il signor Carluccio si barcamena tra mille lavoretti e percepisce una pensione di invalidità per i problemi cardiaci, che si porta dietro da quasi dieci anni, e proprio fra pochi giorni avrà un colloquio per un posto fisso. Con la famiglia affidataria della figlia i rapporti sono ottimi. Oggi stesso gli avvocati di Carluccio parleranno ai giudici che stanno seguendo il caso e che hanno dimostrato apertura e disponibilità per risolvere al meglio la situazione. Sperando che davvero possa arrivare qualche buona notizia per la famiglia prima dell’udienza di appello fissata per il 20 maggio.