Famiglia in ostaggio del figlio violento La notte dormivano chiusi in camera

Emergono particolari sul tentato omicidio a Colle Val d’Elsa: il giovane ha ferito la sorella con l’accetta. La donna, spaventata, ha chiamato i carabinieri che hanno poi arrestato l’uomo, tuttora in carcere

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di Laura Valdesi

SIENA

La famiglia era terrorizzata. Sia la sorella che i genitori non riuscivano neppure a dormire. Vivevano con la paura costante che il figlio potesse fare loro del male. Per sicurezza erano arrivati al punto di chiudersi a chiave in camera durante la notte. Nel sonno, questo il timore, poteva compiere qualche azione violenta nei loro confronti. Stato d’animo che fa da retroscena al tentato omicidio avvenuto la scorsa settimana a Colle Val d’Elsa. Il giovane, un marocchino di 23 anni, B.H., che secondo quanto ricostruito dai carabinieri ha anche problemi di tossicodipendenza, ha preso a colpi di accetta la sorella. Che solo per miracolo si è salvata facendosi scudo con una sedia.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso in questa famiglia che è benvoluta e inserita da tempo nel tessuto locale. Persone che lavorano e si danno da fare. Ma che, queste le parole degli investigatori, "vivevano in ostaggio" del ragazzo. Che adesso si trova in carcere, dopo la convalida per tentato omicidio del giudice Jacopo Rocchi. Non voleva fare del male alla sorella, ha detto durante l’interrogatorio di garanzia, semmai si stava difendendo. Ma la procura approfondirà e disporrà una perizia sia per capire la direzione dei colpi e se potevano essere fatali, senza lo scudo della sedia. Ma anche per comprendere la personalità del 23enne a tutto tondo.

Emergono altri dettagli della vicenda, antcipata da La Nazione sabato scorso. A causare la reazione del giovane una lite per motivi futili con la sorella trentenne. Aveva impugnato l’accetta, colpendola. Per fortuna di striscio, al braccio sinistro. Ha leso i tendini di due dita della mano. Ne avrà per 40 giorni ma non è grave. Era stata proprio la giovane a chiedere aiuto ai militari della stazione di Colle, coordinati dal comandante della compagnia valdelsana Sergio Turini. L’abitazione della famiglia è poco distante dal centro della città. Hanno trovato il fratello nella sua camera, era agitatissimo. Nella stessa stanza i militari, durante la perquisizione, hanno trovato anche l’accetta utilizzata per l’aggressione alla sorella. Di qui l’arresto. E la ricostruzione del contesto in cui è maturata la vicenda, anche grazie all’aiuto sotto il profilo linguistico del responsabile della moschea di Colle che è stato molto vicino alla famiglia, come del resto tutta la comunità.

L’uomo, difeso dall’avvocato Alessia Angeli, non ci sta di fronte ad un’accusa così pesante. Che il legale aveva chiesto di trasformare, eventualmente, in quello di lesioni perché non c’era volontà di ucciderla. Ma la partita giudiziaria è appena iniziata.