Delitto nella Fornace, arrivano i Ris

Presto il sopralluogo nella casa della tragedia. Oggi incarico ad un perito per analizzare telefoni ed sms

I carabinieri nel piazzale della Laterizi Arbia

I carabinieri nel piazzale della Laterizi Arbia

Siena, 16 gennaio 2019 - Un nuovo sopralluogo nella casa dell’omicidio a Castelnuovo Scalo. A farlo saranno nei prossimi giorni gli esperti del Ris, il reparto investigazioni scientifiche. Il pm Roberta Pieri non intende tralasciare dettagli. E, come ventilato a caldo, verranno incaricati di riesaminare la scena del delitto in ogni dettaglio.

Un quadro, già esaustivo e molto accurato, che racconta i momenti della tragedia poi confermati dalle testimonianze, era stato delineato dagli uomini del reparto operativo di Siena. I tecnici del Ris ne eseguiranno un secondo, ex novo, controllando macchie di sangue e disposizione nella casa. Il punto in cui è stato trovato, nudo, il cadavere di Abdelrrhaim Nagbi. La sua impronta della mano, con il sangue, sull’anta della finestra. Andranno a caccia di possibili, ulteriori elementi utili a chiudere il cerchio sull’inchiesta. Fugando eventuali ombre. Altrettanto importanti saranno le risposte che verranno dai cellulari della sedicenne senegalese e della vittima. Oggi il pm alla presenza dei legali delle parti – Alessandro Betti e Paolo Ridolfi assistono la ragazza detenuta mentre Massimiliano Fanti, insieme a Francesco Maccari le sorelle della vittima – conferirà l’incarico ad un perito. Dovrà analizzare il traffico telefonico ed i messaggi. Racconteranno le ultime ore dei protagonisti di questa dolorosa vicenda che ha portato la studentessa in carcere dopo aver confessato l’omicidio del coinquilino che a suo dire voleva usarle violenza.

Grazie alla collaborazione fra i servizi sociali di Asciano, attivati dalla Società della salute, e la Caritas, è stata intanto individuata una casa dove la famiglia senegalese può tornare a vivere insieme, visto che la loro abitazione è sequestrata e serve ancora alle indagini. «C’è voluto qualche giorno perché tutto è frutto di un progetto di accompagnamento e di prossimità nel quale saranno coinvolti anche volontari e che terrà conto dei bisogni della famiglia. L’abitazione, dove entreranno venerdì prossimo, è stata assegnata per tre mesi. E prevede la partecipazione al pagamento delle utenze da parte appunto degli occupanti», chiarisce Giovanni Tondo, responsabile della Caritas diocesana.

Quanto alla salma di Nagbi, non è ancora partita per il Marocco dove le sorelle hanno espresso il desiderio di portarlo.