Conte: "La quota Mps dismessa entro il 2021"

Il presidente del consiglio a margine della conferenza di fine anno: "Operazioni allo studio, il Mef le segue con attenzione e discrezione"

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di Pino Di Blasio

"Ci si interroga sul futuro del Monte dei Paschi di Siena, perché la partecipazione in capo al Ministero dell’Economia e Finanze deve essere dismessa entro il 2021. Ce lo dice l’Europa. Ci sono allo studio delle operazioni, il Governo, il Mef in particolare le segue con discrezione ma con molta attenzione, è parte in gioco". La frase del presidente del consiglio Giuseppe Conte è stata una parentesi durante la conferenza stampa di fine anno. Poche parole ma sufficienti per sgombrare il campo da residue illusioni o da ipotetici piani B. "Cercheremo sempre - ha aggiunto Conte - di conservare integri i nostri campioni nazionali. E di operare per rendere il nostro sistema sempre più resiliente". Le operazioni allo studio del Ministero sono quelle relative ad aggregazioni del Monte con gruppi bancari più solidi. Il premier Conte non fa nomi, non cita Unicredit. Ma l’aver ribadito che "la partecipazione in capo al Mef deve essere dismessa entro il 2021" cancella l’idea di un Monte dei Paschi di Stato anche dopo il 2021.

Il presidente del Consiglio ha citato Siena anche per la lotta al Covid: "Nel giro di qualche settimana si consolideranno anche le terapie monoclonali - ha detto Conte parlando sul tema delle vaccinazioni - anche essi molto efficaci. L’Italia esprime un livello di eccellenza invidiato; a Siena sono in fase molto avanzata per questi anticorpi monoclonali". Un riconoscimento doveroso, visti gli impegni e il supporto alle ricerche del Mad Lab da parte del ministro della Salute Roberto Speranza.

Ma è chiaro che sono le parole sul Monte dei Paschi quelle destinate ad avere una eco maggiore. Soprattutto perché pronunciate 24 ore dopo la missione istituzionale al Ministero del sindaco De Mossi, del presidente della Provincia Franceschelli, dei vertici della Fondazione Mps Rossi e Forte e del presidente della Regione Giani. Un rendez vous interlocutorio, con il capo della segreteria del Mef, Ignazio Vacca, che ha voluto ascoltare le istanze di Siena e della Toscana sul Monte, piuttosto che rivelare i progetti.

Il presidente della Regione, Eugenio Giani, non perde però tutto il suo ottimismo. "Il fatto che il presidente del consiglio - ha commentato ieri - abbia ribadito che bisogna difendere i campioni nazionali nel sistema bancario, mi sembra un bel risultato per la nostra missione. Noi vogliamo la stessa cosa, la tutela dell’integrità del Monte dei Paschi. Qualsiasi ipotesi per il futuro dovrà salvaguardare il marchio e i settori della banca".

Nell’incontro al ministero il presidente Giani ha ribadito quella che per lui è l’opzione A: "Rimango dell’idea - conferma il Governatore - che la banca debba restare sola, con il suo profilo attuale di governance. Il ministero ha giudicato negativamente il business plan che prevede bilanci in perdita, il pareggio nel 2022 e il ritorno all’utile l’anno dopo. Ma così il Monte resterebbe integro. E’ una partita che va avanti a strappi, vedremo cosa accadrà".

Giani è consapevole che il tempo stringe e il ministero ha fretta. "Entro marzo si saprà se l’aggregazione con Unicredit è una prospettiva percorribile. In caso l’operazione saltasse, l’unica alternativa resta la proroga della permanenza del Tesoro".

Il punto è proprio questo: Unicredit, Ministero, con Bce e Commissione Ue alla finestra, hanno poche settimane di tempo per approntare un memorandum of undestanding, il protocollo d’intesa per la fusione. E poi trattare con Siena e la Fondazione per rispondere alle richieste del territorio. Sapendo bene che l’unica arma che Siena ha per pesare è la richiesta di risarcimenti danni per 3,8 miliardi di euro della Fondazione.