
Conservatorio Franci. L’anno accademico si è aperto ai Rinnovati sulle note di Brahms
Nella conosciuta ascesa al solo pianoforte, ricco di contaminazioni popolari, del Concerto n.1 in Re Minore di Brahms, si è conclusa l’inaugurazione dell’Anno Accademico del Conservatorio Rinaldo Franci, con una platea numerosa del Teatro dei Rinnovati. "E’ il primo anno accademico che possiamo aprire ufficialmente come Conservatorio statale, soddisfatti della stabilità che questo comporta per i nostri studenti – ha messo in evidenza la presidente Anna Carli con visibile emozione – ma anche per il futuro della nostra città". E in questa serata si è parlato di serene prospettive, di una ricchezza musicale che Siena deve necessariamente difendere. Il Franci mostra di essere in prima linea in tutto questo, con i suoi 180 iscritti con una percentuale di fuori sede dell’82%. La musica è bellezza, cultura, professionalità, aggregazione ma anche indotto economico, cerchiamo di non scordarcelo. Quel "crocevia di talenti che si muovono fra didattica e ricerca con lo sbocco della produzione", come ci ricordava il direttore artistico Matteo Fossi, mentre Daniele Pitteri, a cui spettava la lezione magistrale, ci ha trasportato con dolcezza verso un mondo dove la musica è un tempo, sempre diverso, che riesce ad andare oltre le barriere temporali.
E’ voluto andare oltre, lanciando una sfida: "Siena deve entrare, proprio per le sue tre eccellenze musicali, nell’elenco delle Città Creative Unesco". Non possiamo che essere con lui. "La musica batte il tempo e rompe le barriere", così il Conservatorio Franci, anche con nuovi corsi di strumento, è pronto a sfidare impegni ed anni, alzando sempre l’asticella. La musica a Siena, crocevia di prospettive: non è passato inosservato l’augurio di Anna Carli al Siena Jazz di riprendere il suo percorso. Un crocevia da percorrere, con l’Accademia Chigiana, in parallelo. Come non ricordare un’altra sfida lanciata dal neo direttore Massimo Mazzini di Siena Jazz: unire gli archivi musicali delle tre istituzioni, proprio per attrarre altri giovani e altri studiosi da tutto il mondo.
Massimo Biliorsi