Con Emilio Ravel il Palio diventa un format tv

Una foto, una storia L’innovazione nelle sue trasmissioni Rai traslata nella Festa. Un amore sviscerato per la cultura di Siena

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Pochi hanno saputo raccontare l’anima di Siena come Emilio Ravel. Sarà stata sicuramente quella originale commistione fra cultura, professionalità e sviscerato amore per una civiltà di cui sentiva splendidamente di far parte. Eccolo ritratto da Augusto Mattioli: possiamo risolvere il suo personaggio raccontandolo con la parola chiave "innovazione". Lo è stato nei suoi lunghi anni alla Rai, pensiamo a format agili ed emozionali: già sulla scia negli anni ’50 di precursori come Ugo Gregoretti con "Semaforo" del 1955, si fa le ossa e forgia il suo stile dapprima nel rivoluzionario TV7, poi con "AZ Un fatto come e perché", per arrivare alla sua sintesi narrativa con gli anni settanta di "Odeon" con Brando Giordani e "Colosseum".

E proprio in questi format comincia a raccontare di Siena e del Palio con originale sintesi, facendone un romanzo avvincente, partendo da un connubio immagini-musica che ha fatto a tutti noi lezione indimenticabile. Ma Emilio Ravel, oltre questo inevitabile curriculum di vero maestro, è stato un signore di altre generazioni, sempre pronto alla battuta, all’ironia, in un eterno garbo che è il ricordo più languido che possiamo avere di lui.

Aveva giurato amore eterno per Siena e questo ha significato soprattutto rispetto: lo si evince dalla qualità che ha trasfuso nelle sue opere "senesi", affrontando il Palio come fosse il mezzo migliore per raccontare la vita, ma con una costruzione di sceneggiatura di alto profilo, come si dovrebbe sempre fare se davvero amiamo questa città e la sua Festa. Memorabili i suoi interventi, e i filmati inseriti, nelle dirette televisive il giorno del Palio, ammazzando la routine, affidandosi ad un team di altissima qualità, da Riccardo Domenichini e Barbara Castelli della Moviment HD, al senso del racconto di Maurizio Bianchini, al giornalismo di Susanna Petruni. Ma il suo testamento per la madre Siena resta il documentario "Il fuoco di Siena", (Produzione Moviement del 2009) dove traspare tutta l’originalità dello spirito senese, il senso di un’unicità che è ormai conosciuta in tutto il mondo. Nel febbraio del 2018 Emilio Ravel raggiunge la "nuvola Siena": un volo spiccato dall’oratorio della sua Selva. Ricordo che fra coloro che erano ad aspettarlo c’era Giancarlo Galardi, altro indimenticato personaggio di un dopoguerra difficile da dimenticare.

Massimo Biliorsi