Cataldi: "Laboratori linguistici aperti anche alla città. Così si spezza il sogno"

Il rettore dell'Università per stranieri: "Bloccato un progetto già avviato"

IL rettore Cataldi

IL rettore Cataldi

Siena, 10 agosto 2018 - Il rettore dell’Università per Stranieri, Pietro Cataldi, pensava che non fosse possibile mandare all’aria un progetto condiviso, approvato, definito e con il vincitore di una gara pronto a metterlo in pratica. Dall’isola di Giannutri, dove è in vacanza, manifesta tutto il suo stupore per lo stop ai nuovi servizi didattici dell’ateneo, previsti in una palazzina fatiscente di via Bixio.

«Provo innanzitutto molta sorpresa - è l’esordio del professor Cataldi - perché credevo non fosse possibile bloccare un progetto deliberato e già finanziato. C’è una gara vinta, so che il Comune ha sostenuto delle spese, il procedimento è avviato da tempo. La sensazione è che si voglia annullare una cosa già successo. San Tommaso ritiene che Dio abbia il potere di revocare il passato. Ma ce l’ha solo lui, non certo la politica».

Perché credeva molto in quel progetto?

«Sfruttare lo spazio in via Bixio per creare laboratori linguistici aperti anche alla città, era il modo migliore per cementare il legame tra Siena e l’università per stranieri. L’ateneo avrebbe offerto ai senesi corsi di alto livello non solo di inglese e spagnolo, ma anche di cinese, russo, arabo. Lì è previsto un grande spazio multifunzionale di studio, di laboratori di incontri culturali».

Com’è il progetto vincente?

«Ho avuto modo di vederlo, mi sembra molto bello. La gara per quell’edificio è stata molto combattuta, hanno partecipato studi di architettura importanti. Il progetto vincente è a zero impatto ecologico, prevede un piano solo di laboratori e spazi per la didattica, una struttura energeticamente autosufficiente, con un teatro all’aperto per spettacoli estivi di qualità e per concerti di jazz o musica classica».

Quanto è grande quell’edificio?

«Mille metri quadrati di proprietà del Comune, con un tetto di 600 metri quadri di amianto. Una bomba ecologica che può far molto male a quella zona e alla città. Il progetto prevede una riqualificazione importante e innovativa, in un’area semiperiferica ma in grado di essere un tessuto connettivo con la città murata. Oltre a fare da polo aggregativo tra gli studenti stranieri e i cittadini di Siena che vogliono imparare le lingue».

Per lei è un sogno infranto?

«Spero si riesca a ripescare il progetto, continuo a non capire le ragioni tecniche e politiche per cui i fondi siano congelati. Meno di 2 milioni di euro, che avrebbero portato tanti benefici al Comune, perché l’Università per stranieri avrebbe pagato una concessione per l’uso degli spazi. Voglio parlarne al presente, confido molto che il sindaco, sensibile ai temi culturali e al dialogo tra ateneo e città, faccia sentire la sua voce».