Caso David Rossi, si riprende con il pm Nastasi

Si decide se ascoltarlo il 10 febbraio quando i giochi per il Quirinale dovrebbero essere chiusi. Il 17 e il 24 tocca a Natalini e Marini

I carabinieri del Racis nel vicolo del Monte Pio

I carabinieri del Racis nel vicolo del Monte Pio

Siena, 19 gennaio 2022 -  Potrebbe essere ascoltato giovedì 10 febbraio il pm Antonio Nastasi, ora a Firenze dove conduce tra l’altro l’inchiesta Open e nel 2013 magistrato a Siena. Stava indagando sulla crisi Mps quando, il 6 marzo di 9 anni fa, insieme al collega Aldo Natalini e al pm Nicola Marini, si recò nel vicolo del Monte Pio e poi alla Rocca per svolgere accertamenti sulla morte dell’allora manager della comunicazione di Banca Mps.

Il sostituto Nastasi è stato chiamato in causa dal colonnello dei carabinieri Pasquale Aglieco, nell’audizione davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta, il 9 dicembre scorso, a cui ha riferito che il magistrato si sarebbe seduto sulla poltrona di Rossi, rispondendo anche al suo telefono. Affermazioni di Aglieco che attendono riscontro (già inviate alla procura di Genova) e che sono state smentite nettamente dai magistrati.  

La commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Rossi riunisce oggi alle 13.30 l’ufficio di presidenza proprio per calendarizzare le nuove audizioni. Fra cui, appunto, quella del pm Nastasi che doveva essere ascoltato domani. Considerando che di mezzo ci sono i ’giochi’ per l’elezione del presidente della Repubblica che prenderanno almeno le prossime due settimane, la prima data utile per sentire Nastasi potrebbe essere proprio giovedì 10 febbraio. Già in agenda, invece, le audizioni dei suoi colleghi: il 17 febbraio per Aldo Natalini e il 24 febbraio Nicola Marini.

Già deliberato dalla commissione di ascoltare l’ex presidente del Monte e dell’Abi Giuseppe Mussari: il 13 gennaio è slittato l’appuntamento perché ha inviato un certificato medico. Va dunque individuato un altro giorno, così come si deve trovare la data per ascoltare Giancarlo Pittelli, ex parlamentare di Forza Italia e avvocato, che in un’intercettazione diceva che Rossi non si era suicidato ma l’avevano ucciso. Imputato nel processo "Rinascita Scott" in corso a Lamezia Terme contro le cosche della ’ndrangheta del Vibonese, nei giorni scorsi ha iniziato lo sciopero della fame nel carcere di massima sicurezza di Melfi, fino alle estreme conseguenze "contro un’ingiustizia mostruosa". Lo avrebbe rivelato in un telegramma inviato al direttore de ’Il Riformista’ Piero Sansonetti.

La commissione d’inchiesta approverà poi il quesito da sottoporre al Racis dei carabinieri relativamente alla mail con oggetto ’Help’ che era stata inviata il 4 marzo 2013 da Rossi all’ex ad di Mps Fabrizio Viola. Non solo. Alcuni componenti della commissione – alla luce di quanto emerso proprio su questi messaggi dagli accertamenti della Postale di Genova sui dispositivi informatici del manager, in particolare che la mail in cui svelava intenti suicidiari sarebbe stata creata il 7 marzo, dopo il decesso – hanno chiesto di sentire alcuni testi chiave. Oltre agli agenti della Polposta, anche Lorenza Pieraccini, l’ex segretaria di Viola che nel procedimento al tribunale di Siena aveva detto di aver visto la mail, stampandola e consegnandola al suo superiore, Valentino Fanti. La loro audizione sarà deliberata e calendarizzata oggi dalla commissione.

Laura Valdesi