Cartoni la domenica e galleria fumosa Così i senesi sognavano con 100 lire

Dal grande schermo a Netflix, come si è trasformato un rituale da inguaribili romantici

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Come sta il cinema? Insomma, così e così. La risposta è tuttavia molto difficile, o meglio, ce ne sono molte. Le produzioni in qualche modo se la cavano, con i diritti delle paytv, un po’ peggio se la passano le sale cinematografiche, e non basta più la vecchia ma sempre in auge definizione che "il cinema va visto al cinema", per ampiezza di visione e suoni.

Per tante generazioni, compresa la mia, il film si vedeva al cinema e quello che arrivava in casa era roba da museo. Le sale a Siena potevano contare su centinaia di poltroncine: c’era perfino una proiezione la domenica mattina a cento Lire per i cartoni animati. Il tutto esaurito era all’ordine del giorno. Platea per raffinati e galleria densa di fumo: le emozioni venivano da sole. La pandemia ha aiutato certe nuove tendenze a farsi avanti: ci sono tanti modi oggi per comprarsi film, soprattutto quelle serie televisive che piacciono da quarant’anni in giù. Quindi il cinema non è tanto in preda alla crisi quanto il mondo sta cambiando e con lui l’approccio allo spettacolo. Certo che il virus ha accelerato questa dinamica delle cose, probabilmente un processo irreversibile, ma qualcosa forse ancora si potrebbe fare per aiutare chi investe nelle sale e soprattutto ci crede. Mantenere intanto una certa distanza temporale dalla visione in sala e quella satellitare, costruire eventi filmici riservati ai cinema, educare i giovani alla visione in sala. Inguaribili romantici? Forse, ma anche consapevoli che le cose belle si dividono con gli altri, che a volte vale più il rito del soggetto. A partire dalla bella frase: "Stasera andiamo al cinema?"

Massimo Biliorsi