Bus poco sicuri, scatta lo sciopero

Gli studenti incrociano oggi le braccia contro una situazione fuori controllo dal punto di vista sanitario

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Si sentono pressati. A scuola seguono regole, eppure basta uscire dall’orario scolastico per vivere una vita senza Covid. Come nei pullman, dove per accaparrarsi un posto si accatastano l’uno sull’altro. Per questo gli studenti della valdelsa lanciano l’allarme e raccontano ai genitori di autobus strapieni, dove è complicatissimo conquistare un posto. A guidare non una protesta bensì un vero e proprio sciopero è Carolina Ostini, frequentante una quarta del Liceo San Giovanni Bosco a Colle val d’Elsa, che questa mattina ha deciso di incrociare le braccia e rimanere a casa pur di non prendere il pullman. Sarà uno sciopero senza manifestazioni o cortei, solo per gridare il proprio disappunto. "A scuola si arriva con i mezzi – spiega Carolina -, se non è possibile prenderli in sicurezza noi non ci andiamo. Ogni mattina siamo costretti a stare in piedi e appiccicati per tutto il tragitto. Non ci sono i controlli, tanti ragazzi stanno senza mascherina senza che nessuno dica loro niente e spesso anche gli autisti la portano sotto al mento – afferma con frustrazione -. Mentre ora più che mai abbiamo bisogno di maggiori controlli". Carolina, insieme ad un altro gruppo di ragazzi, da un hashtag "sciopero8ottobre" ha messo in piedi una organizzazione che è arrivata a coinvolgere, tramite la pagina Instragram, non solo i compagni del proprio liceo, ma anche di altri istituti, che hanno confermato l’adesione con intere classi. "Il problema è di tutti – afferma - tanti arrivano in ritardo perché non se la sentono di prendere i primi autobus, che sono sempre affollatissimi". Per questo non si tratterà di una semplice assenza: gli alunni sono in contatto con le istituzioni per affrontare insieme il problema. "Il messaggio che vogliamo mandare è quello di responsabilizzarci tutti, non si può avere regole solo all’interno della scuola e dimenticarci di tutto una volta suonata la campanella". A non dimenticarselo sono i genitori, costretti a improvvisarsi tassisti da un momento all’altro o a gestire le paure dei propri figli. Le segnalazioni, infatti, non tardano ad arrivare. "Ci siamo messi in moto per una raccolta firme – afferma Federica, una madre di una studentessa che si sposta ogni mattina da Poggibonsi a Siena - solo in poche ore ne abbiamo raccolte una quarantina. Le porteremo alla Tiemme e ai sindaci". "I ragazzi vengono fatti scendere se c’è sovraffollamento - afferma Daniele Griffoni -. Così non si può andare avanti". Anche per questo c’è chi ha deciso di portare i figli con i propri mezzi. "Non ci fidiamo- afferma un’altra madre, Donatella Ducci -, è inutile attivare protocolli rigidi a scuola se poi i mezzi sono affollati".

Simona Sassetti