
Brigante: "Determinato e di parola. Con la rivale al canape? Quasi sempre"
di Laura Valdesi
SIENA
"Non c’è Zio Frac, mi dispiace molto, perché ha dimostrato di essere da Palio. Confesso che l’avrei voluto rimontare, sarebbe stato bello vincere ancora con lui. Questa volta a cavallo, naturalmente", dice Carlo Sanna mentre lavora in scuderia con il figlio, ormai 16enne, che vorrebbe fare il fantino di Piazza. "Io spero di no, però lui dice sì", liquida l’argomento. Tanto ancora c’è (un po’) di tempo.
Brigante non era alla previsita per via degli incontri con le dirigenze? Un periodo intenso, immagino.
"Sono rimasto in scuderia a sistemare i cavalli, tutto qui".
Nessuno dei tuoi mezzosangue può andare alla tratta.
"Non ora, semmai ad agosto, possono farla sia Bella chi su sole che Diamante grigio. Vediamo intanto come ci girano in Piazza, dopo una buona provincia".
L’infortunio dell’Assunta è ormai alle spalle?
"Pagina archiviata, già da diverso tempo".
A chi devi dire grazie per come hai recuperato?
"Al dottor Crainz, ha fatto un capolavoro. Mi ha rimesso in piedi perfettamente. E anche alla mia famiglia che è stata vicina in un periodo molto particolare".
Sei uno che si mette subito alle spalle le cose non piacevoli?
"Fortunatamente sono una persona a cui non ’rimane’ niente. Ho corso in provincia e anche all’ippodromo, senza risparmiarmi. Quando era, mi sembra il 17 giugno scorso, ho vinto a San Siro con il mio purosangue Mister Mela il Premio Los Cardos in gentlemen".
Hai fame di successo.
"Certo, eccome".
Quando il giorno dopo il Palio dell’Assunta ti incontrai in ospedale il tuo chiodo fisso era già rivincere subito a cavallo, a nerbo alzato.
"Ho avuto la fortuna di vincere a cavallo nel 2017, poi di vincere un Palio scosso che è sempre bello ma per un fantino non è la stessa cosa. Per uno come me che fa sacrifici da tantissimi anni non c’è cosa più bella che trionfare a nerbo alzato. Ma il destino ha voluto così e non bisogna andare contro quello che succede. Mai".
L’Oca ha lasciato un’impronta positiva su Brigante. Sembri cambiato, più forte.
"Impressione giusta, soprattutto nell’approccio al Palio, nel dare il 110%. Dico la verità, sono stato affiancato nella mia carriera da super dirigenze, quella dell’Onda con cui ho vinto, adesso l’Oca. Ma anche tutte le altre. Sempre direi".
Cosa ti ha insegnato l’Assunta di cui farai tesoro il 2 luglio?
"A crederci sempre, fino all’ultimo. Migliorandosi sempre, come sto facendo".
Si riparte dall’Oca?
"Una Contrada con cui ho un bellissimo rapporto, se c’è la situazione ci monto volentieri".
Con l’Onda un legame saldo.
"Confermo, anche a livello personale. Mi ha dato l’opportunità di vincere la prima Carriera, la dirigenza è sempre la stessa".
Ci potrebbero essere altre strade aperte: si sente dire Nicchio...
"Sì, come anche altre, Onda, Leocorno, Giraffa".
Non ti lamenti.
"Mai lamentarsi".
La qualità tipica dei sardi che ti ha aiutato nel Palio?
"La determinazione e l’essere di parola".
Verrà qualcuno dei tuoi cari il 2 luglio dalla Sardegna?
"Sì, certo, amici compresi".
I cavalli che vanno bene in Piazza, anche se non vincono, vengono eliminati dal lotto.
"Mai messo le mani sui cavalli. Sono abituato a montare anche in ippodromo e con i favoriti di solito vinco. Se ci sono i migliori preferisco ma non entro nelle strategie dei capitani".
Correre con l’avversaria?
"Per me va benissimo, su 15 Carriere l’ho fatto almeno nove volte (sei senza rivale, 9 con l’avversaria se si considerano anche i tre Palii nell’Onda con la Torre in Piazza, ndr)".