
Il presidio dei lavoratori di Beko in viale Toselli è diventato permanente
Vertenza Beko: occhi puntati verso Roma. Domani è infatti in calendario l’audizione informale dei vertici della multinazionale turca davanti alla Commissione Attività produttive della Camera. L’audizione durerà mezz’ora, seguirà poi quella dei sindacati nazionali di categoria.
In viale Toselli, dove ieri sono stati montati dai lavoratori altri gazebo per un presidio quotidiano che andrà avanti almeno fino a venerdì, si guarda all’appuntamento con un misto di speranza e scetticismo.
La segretaria di Fiom Cgil Siena, Daniela Miniero, non si fa tante illusioni: "Credo sia l’ennesimo incontro con cui si vuole far vedere che si sta facendo qualcosa per i lavoratori di Beko. Ben venga ogni iniziativa, purché si materializzi nel mantenimento dei posti di lavoro. In realtà – afferma il vertice della Fiom – i tavoli concreti sono quelli a cui siedono azienda, Governo e sindacati". E ancora: "Ora aspettiamo dopo il 20 gennaio, quando verrà convocato un nuovo tavolo al ministero: in quell’occasione vedremo le reali intenzioni di Beko".
Positivo il commento di Giuseppe Cesarano, segretario Fim Cisl di Siena: "Ogni audizione o mozione o interrogazione è utile a tenere alto il livello di attenzione sulla vertenza. Giorgia Meloni nel suo intervento ad Atreju ha assicurato che il Governo c’è per mantenere l’occupazione. Se passa questo messaggio e vengono stanziati incentivi per le politiche industriali, si potrà capire l’esistenza o meno dell’effettiva volontà di Beko di restare e investire in Italia". E poi: "Credo che da qui al 20 gennaio ci saranno vari contatti con la multinazionale, intanto noi andiamo avanti con lo stato di agitazione".
Massimo Martini, leader della Uilm di Siena, non ha dubbi: "L’audizione in commissione alla Camera è senza dubbio il risultato della nostra mobilitazione. Lo considero quindi un altro passo avanti". Ma ora gli occhi sono puntati sulla Manovra del Governo, in approvazione domani. E’ infatti previsto un bonus di 100 euro per l’acquisto di congelatori green, cioè a basso consumo energetico, per incentivare il mercato nazionale. Ma Martini guarda i numeri: "In viale Toselli si produce una quantità minima di congelatori green, si parla infatti di circa 20mila pezzi all’anno e sono quasi tutto destinati al mercato in Germania, quindi il bonus non avrà effetti concreti sulla produzione a Siena". Altrettanto scettica Miniero: "Non è con i bonus che si risolvono le politiche industriali del Paese – le sue parole –. Certo, a Siena c’è un problema di volumi, ma Beko vuole andare via perché nel suo piano industriale non sono previsti investimenti sul sito di viale Toselli. E poi, con i costi di un congelatore di alta gamma, 100 euro sono nulla, non risolvono l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie né possono cambiare la volontà di disinvestire manifestata dai turchi". Più possibilista Cesarano: "Il bonus è il risultato delle richieste presentate dalla federazione dei sindacati a livello nazionale all’inizio del confronto al ministero. Credo che il bonus non avrà un impatto risolutivo, ma tutto quello che è finalizzato ad aiutare il settore può essere utile".
Intanto, come detto, i 299 lavoratori dello stabilimento di viale Toselli ieri hanno provveduto a montare altri gazebo, per far diventare il presidio permanente almeno fino a venerdì. Attrezzati con teli di plastica per ripararsi dal freddo, gli operai hanno acceso anche dei fuochi per rendere visibile la loro presenza davanti ai cancelli dell’azienda.