REDAZIONE SIENA

Banca Mps non rischia più il crac E in Borsa il titolo sale del 6,52%

"La continuità aziendale è garantita dopo l’aumento di capitale e le azioni per il rilancio dell’istituto". Il mercato punta su un’uscita ordinata dello Stato dal capitale, BancoBpm l’indiziato per l’aggregazione

Il primo giorno del 2023, anno primo del dopo esodo al Monte dei Paschi, si chiude con un botto in Borsa per il titolo. E’ bastata la nota di Banca Mps, diramata in ottemperanza alle disposizioni della Consob, che ufficializzava la fine della bufera e il fatto che il peggio fosse alle spalle per riportare euforia nei mercati. "Banca Monte dei Paschi di Siena ribadisce che la positiva conclusione dell’operazione di aumento di capitale per 2,5 miliardi di euro, avvenuta il 4 novembre, e la realizzazione di importanti azioni previste nel Piano Industriale 2022-2026 - era scritto nella nota di Rocca Salimbeni - fanno ritenere che siano superati i dubbi significativi sulla continuità aziendale che erano stati dichiarati nelle rendicontazioni precedenti il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2022, segnando una positiva svolta nella gestione della Banca".

Il riferimento sulle importanti azioni realizzate è naturalmente all’esodo incentivato di 4.125 dipendenti Mps, che ha già avuto i primi effetti benefici sui conti. La reazione della Borsa è stata promettente, meglio di un oroscopo più che favorevole. Il titolo Mps ha chiuso la prima seduta a Piazza Affari del 2023 con un rialzo del 6,52%, a 2,05 euro, arrivando a toccare aumenti vicini al 10% e quotazioni a 2,11 euro per azione. Gli acquisti sui mercati azionari non sono legati solo alle rassicurazioni sulla continuità aziendale e su tutte le nubi fugate per rischi di crac, ma anche a eventuali operazioni straordinarie in vista del ritorno ai privati della Banca. Con il Ministero dell’Economia e delle Finanze che dovrà cedere il 64% del capitale del Monte entro giugno 2024. E i dirigenti del dicastero di via XX Settembre avrebbero già avviato colloqui con Banco Bpm, Unicredit e Unipol, i tre partner finanziari più credibili per una prossima acquisizione. Non si esce dai ’soliti noti’, così come ritornano in auge i progetti di dieta dimagrante sugli sportelli, con cessioni di filiali al Mediocredito Centrale o altre banche.

Ma riecheggiano anche le parole nella conferenza stampa di fine anno della presidente del consiglio Giorgia Meloni che ha detto che il Governo sta lavorando per creare più poli bancari in Italia e la privatizzazione del Monte dei Paschi contribuirà alla realizzazione di tale scenario. "E’ stato fatto un aumento di capitale, c’e’ una ristrutturazione che ci sembra abbastanza solida, lavoriamo per assicurare un’uscita ordinata dello Stato e per creare le condizioni per cui in Italia ci siano più poli bancari", ha detto la premier. L’indiziato principale per un’aggregazione con Banca Mps sarebbe Banco Bpm, anche in virtù dello stretto legame sia di Mps sia dell’istituto milanese con Anima sgr.

Pino Di Blasio