Badante invia sms inquietanti a un avvocato

Il giudice riqualifica il reato da tentata estorsione ad esercizio arbitrario delle ragioni: non luogo a procedere

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‘Ti farò passare guai’. ‘Ti mando i miei amici a Siena’. Non aveva usato giri di parole la badante straniera quando aveva inviato messaggi al cellulare di un avvocato, amministratore di sostegno di una donna che abita nella nostra provincia, che per un periodo non poteva essere lasciata sola. Tutta colpa del denaro che reclamava quel martell. Subito. Un comportamento che l’ha portata sotto processo per tentata estorsione. Ieri la discussione – il pm Sara Faina aveva chiesto la condanna a due anni – e la sentenza. Con un colpo di scena: il giudice Ottavio Mosti ha riqualificato il reato in esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza sulle persone perché, appunto, aveva inviato messaggi inquietanti al noto avvocato senese. Quest’ultimo aveva tuttavia rimesso la querela per cui è stato dichiarato il non luogo a procedere. Non è da escludere che la procura decida di presentare appello una volta lette le motivazioni.

Le badanti sono ricercatissime. La nostra è una provincia con molti anziani, ci sono poi fasi della vita in cui si può avere necessità di qualcuno che si occupi di noi. Così era accaduto ad una signora che vive nella nostra provincia. La badante, poco più che trentenne, aveva preso servizio ma non era durato a lungo. Venendo meno le condizioni che richiedevano l’assistenza continua se n’è dovuta andare. Qui erano nati i problemi per l’amministratore di sostegno. Ma quando l’avvocato, a fronte della richiesta di denaro immediato, ha opposto che servivano passaggi formali e documenti alla mano, sono iniziati i messaggi. E sono intervenuti i carabinieri.