Le associazioni alle corde: «Mancano i volontari»

Il presidente della Pubblica assistenza parla di «situazione molto difficile». «Ci vorrebbero più pulmini», dice il provveditore della Misericordia

Fabio Lapisti, presidente della Pubblica assistenza

Fabio Lapisti, presidente della Pubblica assistenza

Siena, 21 ottobre 2020 - «Siamo come un pugile suonato messo alle corde». Il presidente della Pubblica Assistenza di Siena Fabio Lapisti fotografa così la delicata situazione che vive una delle più grandi e importanti associazioni di volontariato della provincia. Che ha un ruolo cardine nell’ambito dell’emergenza sanitaria e dei tantissimi servizi ordinari e sociali svolti sul territorio. «E’ vero che c’è una carenza di disponibilità da parte dei volontari. Nel senso – spiega – che moltissimi sono di una certa età e hanno dunque maggiori timori, rispetto ai giovani, nell’effettuare i servizi. Essendo un’associazione che sta in piedi essenzialmente grazie alle prestazioni dei pensionati è chiaro che soffriamo. Alcuni dicono in modo chiaro di avere paura, altri invece di essere impegnati. C’è un atteggiamento molto diverso rispetto all’inizio della pandemia. Ma se i volontari non ci sono e i servizi vengono ridotti ne risente negativamente il bilancio». Lapisti non nasconde infatti di aver già optato per la cassa integrazione a rotazione di due settimane per i dipendenti. «Ma non possiamo ripeterla che fra un anno – prosegue – per cui andremo a chiudere i conti con problemi seri. Anche perché a causa del Covid 19 molti che volevano effettuare visite ed analisi per cui avevano necessità del nostro apporto, ora rinviano tutto. Le persone si muovono di meno, soprattutto chi ha qualche patologia. C’è anche questo aspetto da considerare: svolgiamo un minor numero di servizi ordinari. Quindi c’è allarme anche dal punto di vista economico». Basta pensare, fa un altro esempio, al costo dei dispositivi di protezione per chi svolge servizi sulle ambulanze. «L’equipaggiamento da ‘astronauta’ – chiude Lapisti – deve essere buttato via ogni volta e smaltito correttamente. Ne vengono passati un numero inferiore a quello che serve per cui la Pubblica assistenza deve acquistarli. Cifre importanti». 

«Più che volontari ci mancano i pulmini», esordisce il provveditore dell’Arciconfraternita di Misericordia Andrea Valboni. «Se qualcuno ha dei mezzi inutilizzati ce lo dica – aggiunge – ; in effetti qualche servizio dobbiamo rifiutarlo perché sono concentrati tutti nella fascia oraria dalle 7 alle 9. I ragazzi entrano a scuola, ci sono le dialisi, accompagnamenti sociali al lavoro, chemioterapie, fisioterapie. Bisognerebbe che il 118 ci aiutasse attraverso uno scaglionamento orario. Quanto ai servizi ordinari, però, siamo l’associazione che ne svolge di più, intorno agli 80-90 al giorno». Non nasconde che anche alla Misericordia il Covid 19 ha creato qualche problema per i volontari più anziani . «Magari hanno il nipote da accudire e , a maggior ragione, si vogliono tutelare – chiarisce Valboni –, oppure i genitori molto anziani. Non se la sentono di esporsi con i servizi di emergenza. Aggiungiamo che il virus ha fatto saltare a marzo i corsi per volontari mentre il gruppo di intervento sociale si è ampliato notevolmente. Comunque, proprio stasera (ieri, ndr) parte un corso di livello base fatto in presenza con numeri contingentati a 35 persone perché è il massimo che può accogliere lo spazio di cui disponiamo al ‘Mandorlo’ mantenendo le dovute distanze. Durerà il doppio del solito, 8 settimane perché la parte delle esercitazioni, sempre per ragioni di sicurezza sanitaria, dovranno essere frazionate».