Aquila, parla il capitano Carapelli: "Anima e cuore nell’incarico ma si vince con il lavoro di squadra"

Ieri sera l’assemblea di insediamento. "Tittia resta il fantino di punta del Palio? I fatti lo dimostrano"

Aquila, parla il capitano Carapelli: "Anima e cuore nell’incarico ma si vince con il lavoro di squadra"

Aquila, parla il capitano Carapelli: "Anima e cuore nell’incarico ma si vince con il lavoro di squadra"

di Laura Valdesi

"Sono molto contento. Un bell’effetto e anche una bella responsabilità essere capitano", le prime parole di Duccio Carapelli ieri sera dopo l’assemblea di insediamento nell’Aquila.

Una Contrada che ha grandi attese non vincendo da tanti anni.

"Sento infatti ancora di più la responsabilità. Partiamo in salita per via della squalifica ma con la voglia di provare ad esserci ad agosto, se la fortuna ci assisterà. Nel caso ci faremo trovare pronti, iniziamo a lavorare subito".

Per fare cosa?

"Intanto per proseguire quello che finora era stato fatto e che, solo per sfortuna, non ha pagato. Un lavoro ottimo quello del mio predecessore, da questo ripartiremo. Chiaramente ci metterò del mio e sfrutterò anche le conoscenze maturate nei lunghi anni che sono stato nel Palio".

Ripercorriamo gli incarichi.

"Nel ’92 il battesimo della stalla grazie a Renato Romei. Poi ho continuato con Franco Moretti, quindi con Enzo Frignani sono passato barbaresco. Nel mandato di Mandriani sono stato mangino, fino al 2009. Un periodo di stop finché nel 2017 Marco Lorenzini mi ha ritirato dentro, sempre in questo ruolo, fino ad ora".

Chi sono i mangini di Carapelli?

"Tommaso Mandriani che era già con Lorenzini, Dario Caro e Pierluigi Vannini. Barbaresco è Leonardo Bianciardi, vice sono Guido Ferrini e mio figlio Niccolò. Ho voluto seguire la filosofia della crescita di ruolo".

L’Aquila riparte da Tittia?

"Si ricomincia da rapporti che già avevamo cercando di rafforzarne qualcuno, altri di crearli ex novo dando un occhio alle nuove leve".

Il sardo tedesco resta ad ora il fantino di punta del Palio?

"Questo sì, non si può negare. I fatti lo dimostrano".

Da uomo di cavalli Carapelli vede qualcosa da cambiare nel Protocollo equino?

"Qualche riflessione credo che i capitani debbano farla sia sull’Albo che sulle modalità di applicazione delle sanzioni paliesche".

Vi ritroverete a breve per parlare del mossiere: cosa pensa di Bartolo Ambrosione?

"Alla fine il suo operato è stato buono ma se tutti i capitani decidono di guardarsi intorno per il futuro ben venga".

Cosa promette all’Aquila?

"Di mettercela davvero tutta, con il cuore e oltre. E’ un onore ricoprire questo ruolo, cercherò di fare il massimo".

Cosa ha detto nell’assemblea di insediamento?

"Ho ringraziato chi mi ha preceduto, la Contrada che è sempre più grande e soprattutto una grande Contrada. Ho detto che ho bisogno di tutti e di tutta l’Aquila unita e compatta per arrivare al risultato. Ho imparato, anche nel mio lavoro, che la squadra vince e che da soli non si va da nessuna parte".

Adesso via con il giro delle scuderie.

"Si dei fantini e delle dirigenze per far conoscere i nuovi collaboratori e rinsaldare i rapporti che già avevamo".

La famiglia è orgogliosa?

"Felicissimi, vedono il coronamento di tanti, tanti anni passati dietro al Palio con passione e dedizione cercando di dare il mio apporto all’Aquila in qualsiasi ruolo svolto".