
Niente auto né motorino ma via via strumenti e apparecchiature digitali: Adm è nato così, nel 2019, da tre ventenni capaci di sognare
Giovani ma determinati, uniti dalla musica e dalla voglia di trasmettere messaggi che appartengono al loro mondo. Sono Riot, Daino, e Charas, nomi d’arte che raccontano molto di loro, di Daniele Vanacore, Edoardo Cardone e Antonio Caldarone. Un giorno hanno affittato una stanza vuota e l’hanno trasformata con la creatività e l’estro che gli appartiene, in quelle quattro pareti hanno visto un mondo che fosse a misura di tutti. Quella stanza passo dopo passo è diventata uno studio discografico tra i più apprezzati non solo a livello locale, ma nazionale. Piano piano seguendo i loro sogni e quelli di altri musicisti come loro, hanno speso di tasca propria, con i risparmi messi fin da piccoli da parte per inseguire l’obiettivo. Niente macchina, niente motorino ma strumenti dopo strumenti e tutte le apparecchiature digitali, fino a mettere insieme più di 15 mila euro di allestimento. È nato così lo studio discografico Adm a Santo Stefano, da tre professionisti urban che hanno mosso i primi passi giovanissimi nelle loro camerette. Poi la conoscenza, la condivisione degli obiettivi ha fatto sì che diventassero, oltre che amici fraterni, anche uniti dallo stesso sogno.
"Ad un certo punto ci siamo detti: perché non aprire uno studio discografico – racconta Riot, 27 anni – e il sogno è diventato realtà dal 2019. Il nostro è un territorio piccolo ma che ha dei bei numeri, abbiamo artisti validi e ci divertiamo a fare musica insieme". Un passo dopo l’altro: le strumentazioni sono costose e l’aspetto peggiore è che sono sempre in continuo cambiamento. "Abbiamo tutto il necessario – spiegano – ma le spese non possono essere definitive, questo mercato si rinnova in continuazione e noi dobbiamo essere al passo, acquistare ogni nuova versione che esce".
Poi la svolta, qualcosa di inatteso: il Comune di Santo Stefano, precisamente l’assessore alla Cultura Paolo Ruffini ,li contatta per una collaborazione, ecco che viene varato il festival rap, il vincitore inciderà il suo brano nella sala discografica come premio da parte del Comune. Qualcosa che i tre giovani non si sarebbero mai aspettati: "E quello che mi ha fatto maggiormente piacere – ha raccontato Riot, che è di Ponzano Madonnetta – è che questo è avvenuto nel mio comune, quello dove vivo. E’ stato un riconoscimento che non mi sarei mai atteso".
Charas è stato entusiasta di questa collaborazione: "Una bella sorpresa che dà la possibilità a tutti gli artisti di esprimersi in un mondo dove non gli viene data voce perché sono messi da parte. In questo momento siamo tanti, il movimento si sta rafforzando anche grazie ai ragazzi di piazza Brin, il gruppo è bello solido". Infatti, è pensiero comune dei giovani di non essere capiti dagli adulti: "Invece hanno molto da dire – ha spiegato l’assessore Paolo Ruffini che li ha scelti per la collaborazione con il Comune – e bisogna imparare ad ascoltarli. Volevo sapere cosa c’è dietro a queto mondo, così vogliamo dare spazio a questa realtà".
Cristina Guala