ANGELA LOMBARDO
Cronaca

La colonia dell’impero. Fu centro nevralgico politico ed economico

La ricchezza soprattutto grazie alle cave apuane

La ricchezza soprattutto grazie alle cave apuane

La ricchezza soprattutto grazie alle cave apuane

La colonia romana di Luna, adagiata sul confine tra Liguria e Toscana, per oltre 1400 anni fu un centro politico ed economico nevralgico per una vasta area compresa tra l’Appennino e il mare. Un’area resa ricca dal marmo apuano, principale risorsa del territorio. Testimonianze della sua esistenza si ritrovano nella Divina Commedia di Dante Alighieri là dove fa riferimento alle rovine di Luna che, con grande probabilità, all’epoca erano ancora visibili. Ma la ricerca archeologica vera e propria iniziò solo nel XIX secolo. Le prime esplorazioni datano a partire dal 1837. L’interesse di studiosi e collezionisti dell’intero territorio nazionale fu immediato. Al punto da attirare l’attenzione e l’interesse del re Carlo Alberto che incaricò l’architetto Carlo Promis di procedere ad una campagna di rilievi e scavi.

La prosecuzione delle ricerche sul sito, durante tutto il XIX e la prima metà del XX secolo, contribuì non poco alla creazione di numerose collezioni private e pubbliche che oggi arricchiscono numerosi musei italiani. La dispersione del patrimonio archeologico proveniente da Luni proseguì fino al 1964 quando si decise di edificare all’interno dell’area archeologica il Museo Archeologico Nazionale sui limitati spazi acquisiti al patrimonio dello Stato. L’obiettivo era ospitare i reperti rinvenuti durante gli scavi e contenerne la dispersione verso altri luoghi. Da allora gran parte dei terreni un tempo occupati della città romana e le relative case coloniche furono via via acquistate e inglobate nell’area di proprietà pubblica. Gli antichi casali furono convertiti in depositi archeologici e sedi museali, diventando parte integrante del percorso di visita. Nel 2021, l’innalzamento della classe di rischio sismico rese necessaria la demolizione dell’edificio costruito negli anni Sessanta per esigenze di sicurezza e fu individuato come nuova sede museale, per il nuovo allestimento inaugurato ieri, il settecentesco Casale Benettini Gropallo.

A. L.