ANNA PUCCI
Cronaca

I gioielli di Santa Maria Assunta. Risplende l’antica cantorìa lignea

Terminato il restauro finanziato da donatori privati. Meno di un anno fa era tornato a nuova vita l’organo Serassi

Terminato il restauro finanziato da donatori privati. Meno di un anno fa era tornato a nuova vita l’organo Serassi

Terminato il restauro finanziato da donatori privati. Meno di un anno fa era tornato a nuova vita l’organo Serassi

Pellicola pittorica completamente offuscata da depositi con conseguente aspetto grigiastro dell’insieme; struttura lignea stabile ma con fessurazioni più o meno profonde e oggetto di un attacco importate di insetti xilofagi; l’angelo di sinistra senza un’ala, caduta e custodita a parte; dorature opache; ossidazioni sulla cancellata in ferro. Era questo, in sintesi, il referto tecnico sullo stato di conservazione – definito "precario" – della cantorìa nella chiesa di Santa Maria Assunta. Ebbene, alla vigilia della ricorrenza del Preziosissimo Sangue, anche questo gioiello della della cattedrale sarzanese è tornato a nuova vita, grazie all’opera di recupero progettata ed eseguita da Rosalba Rapuzzi, restauratrice di Castelleone nel cremonese, su incarico della Diocesi, proprietaria del bene, che ha potuto procedere in virtù di donazioni private erogate da Fondazione InCaSa insieme a Banca del Credito Cooperativo della Versilia e della Lunigiana e società The Skill srl di Andrea Camaiora.

Opera del XVII secolo, di autore ignoto, in legno intagliato, scolpito, dipinto e dorato, alta poco più di un metro e lunga circa 12, la cantorìa è quella sorta di balconata alle cui spalle svetta l’organo del 1842, realizzato dalla bottega dei fratelli Serassi di Bergamo: 2700 canne in legno, stagno e piombo alte fino a 5 metri. Un insieme, dunque, che ha ritrovato splendore e funzionalità. Il restauro della cantorìa ha richiesto poco più di tre mesi, da fine febbraio all’8 giugno, e un investimento di circa 20 mila euro, cui vanno aggiunti i costi dei ponteggi. Anche per una questione di spesa si è deciso, in questa fase, di procedere al solo restauro conservativo strutturale, non rinviabile. Il restauro estetico potrà essere affrontato successivamente, richiedendo uno studio ulteriore sui colori per valutare la possibilità di riportarli all’assetto originario. Sono state comunque eseguite – oltre alla disinfestazione antitarlo, al consolidamento e al risanamento strutturale – la pulitura della cromia e della doratura e il fissaggio della policromia, il tutto d’intesa con la Soprintendenza. Più impegnativo era stato il recupero dell’organo che, dopo un silenzio durato decenni, è tornato a suonare il 12 ottobre dell’anno scorso, dopo il restauro curato dalla Marco Fracassi di Bergamo, costato oltre 300 mila euro e finanziato da Cei e Diocesi coi fondi dell’8xmille e da donazioni delle Fondazioni Carispezia, Compagnia di San Paolo e InCaSa di Sarzana e il contributo di The Skill e di alcuni anonimi.

Raggiunto anche questo traguardo, per Santa Maria Assunta si guarda al prossimo passo: c’è bisogno di un nuovo impianto di illuminazione, capace di garantire alla cattedrale sarzanese e al patrimonio che contiene la visibilità che meritano. Su questo sta già ragionando la Fondazione InCaSa, nata per volontà testamentaria del professor Emilio Doni. La stessa fondazione nel 2023 aveva finanziato i lavori necessari a consentire, proprio in occasione della ricorrenza del santo patrono, la riapertura della pieve di Sant’Andrea, rimasta inagibile per quattro anni a causa di un distacco di intonaco dalla volta.