Morto Sepùlveda, il ricordo di quell'incontro a Prato

Lo scrittore cileno parlò al pubblico del Centro Pecci nel 2015 / IL VIDEO

Luis Sepùlveda a Prato (foto Attalmi)

Luis Sepùlveda a Prato (foto Attalmi)

Prato, 16 aprile 2020 - Era il 27 ottobre 2015 quando il Centro Pecci di Prato ospitò il grande scrittore Luis Sepùlveda, scomparso oggi a causa del coronavirus. Il museo er stracolmo di gente, soprattutto giovani. Era venuto a Prato per aprire il ciclo "Uomini di guerra". Parlò della fratellanza da cercare nel potere della parola, del ruolo della letteratura come denuncia contro i soprusi e dell'anniversario della morte di Pasolini.

Durante l'incontro moderato dal giornalista Wlodek Goldkorn, lo scrittore cileno raccontò ai presenti il suo libro "Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà", dicendosi "molto contento di questa favola, la quarta che ho scritto, perch nata dall'idea di voler insegnare ai lettori la solidarietà, la lealtà e l'amicizia. Nel libro parlo dell'essere umano calato in un contesto dove ha rapporti con altri uomini ma anche con la natura, la spiritualità e più in generale con la vita e la morte. La forma narrativa della favola permette di fare una sintesi di tutti questi aspetti, rendendo la storia comprensibile anche ai più piccoli".

Sepùlveda disse ancora al pubblico pratese:"Oggi la parola ha un grande peso specifico, permette di dare voce a un'epoca, con tutte le contraddizioni che questa si porta con sé. Nel momento che viviamo, non può che parlare delle guerre e dei drammi che bussano alle porte dell'Europa".

Poi accennò alla letteratura italiana in occasione del 40esimo anniversario della morte di Pasolini: "Se l'Italia avesse ancora scrittori come lui sarebbe migliore. Penso a Sciascia e a Calvino. Non ci sono più autori con una voce così incisiva". Un bellissimo incontro con un grande personaggio che mancherà alla cultura di tutto il mondo.