
di Eva Desiderio
L’ultima volta che Vivienne Westwood è venuta a Prato è stata nel novembre 2021 quando ha ricevuto a Firenze il Premio Leonardo da Vinci alla carriera, donatole dalla XIII Florence Biennale. Allora nessuno poteva pensare al male che giovedì l’ha portata via nell’ospedale di Londra dove era ricoverata da alcuni mesi, con sempre al fianco il marito Andreas Kronthaler che non l’ha mai lasciata un attimo durante la degenza. Come sempre Vivienne venendo a Prato, d’abitudine ormai da tanti anni per i suoi viaggi per le campionature e le produzioni, era ospite di Rosita Cataldi, in casa, in famiglia, con la compagna Paola Iacopucci (scomparsa nel febbraio 2021) e la mamma di Rosita, Iris Caramelli Cataldi, che l’accoglieva con le sue strepitose ricette toscana alle verdure perché Dame Westwood era vegetariana, non mangiava né carne né pesce e adorava il nostro olio extravergine di oliva. Finiva il pasto sempre con i brutti e buoni di Mattonella del pregiato biscottificio Mattei. Ne era ghiotta. "Mamma Iris le faceva sempre trovare sulla tavola l’olio e Vivienne ne era felice – racconta Rosita Cataldi, imprenditrice di fama che con lo Studio Cataldi Group Srl ha sempre seguito le produzioni di maglieria e di alta moda per la Westwood fin dal 1998 nell’azienda fondata con la socia Paola Iacopucci – adorava iniziare il pasto con verdure crude, poi quelle cotte condite con l’olio toscano, un bel bicchiere di vino e acqua sempre bevuta lontano dai pasti". Ora in queste ore di dolore e malinconia Rosita Cataldi ricorda non solo la stilista di fama internazionale ma soprattutto la donna.
Signora Cataldi, che donna era Vivienne Westwood?
"Una persona di una grande umiltà, che conosceva tutte le persone della mia azienda e le chiamava per nome senza sbagliare. Semplice di modi e molto pratica, veniva sempre a piedi da casa mia alla fabbrica, senza nessuna posa. Era una persona interessata a capire le cose, dalla natura all’arte. Un animo grande. Ora mi restano di lei tantissime lettere, una miriade di disegni di moda, i corsetti magnifici che abbiamo realizzato insieme per tante collezione indossate dalle top model più famose del mondo che per lei, e solo per lei, sfilavano gratis in segno di ammirazione e stima per la creativa imbattibile".
Come è nata la vostra amicizia e la collaborazione per tantissimi anni?
"Io ho conosciuto Vivienne a Firenze, a casa di Bona Bonarelli che era la sua pr. Era nel 1992. Abbiamo cominciato a lavorare insieme quando io ero consulente per la Modella Tricot a Milano. Sei anni dopo mi ha chiesto di lavorare in licenza per la maglieria e la Gold Label e poi per Anglomania per cinque anni. Da allora non ci siamo mai lasciate e io ho imparato tutto da lei".
Quando l’ha sentita l’ultima volta?
"L’ho vista nei giorni di novembre 2021 quando era nostra ospite in casa e mi raccontava della straordinaria visita privata fatta alla Galleria degli Uffizi accompagnata dal direttore Eike Schmidt. E poi l’ultima volta le ho parlato al telefono a luglio. Lei era già in ospedale. Poi ci siamo scritte fino alla fine, e ho sempre avuto sue notizie da Andreas Kronthaler".
Che amore è stato quello tra Dame Westwood e il marito Andreas Kronthaler?
"Un amore immenso, totalizzante per lui come per lei, la differenza d’età tra loro non è mai stata un problema. Tra loro mai uno screzio, solo discussioni di lavoro per confrontarsi. Li accomunavano anche le battaglie di civiltà in cui Vivienne ha sempre creduto e i valori di una vita. Ora penso molto alla solitudine in cui si trova in queste ore di dolore Andreas. E a quello dei figli Benjamin Westwood e Joseph Corré, quest’ultimo figlio di Malcolm McLaren".
La grande stilista aveva un rapporto speciale con Prato?
"Sì, amava molto la nostra città e conosceva i nostri tesori monumentali. Specie il Duomo, che avevamo visitato insieme dopo i restauri. Era stata anche al Museo del Tessuto e al Castello. Tramite me e Paola aveva conosciuto alcuni imprenditori pratesi, aveva avuto il sostegno di Gommatex della famiglia Cenni per alcune sue sfilate agli inizi, poi nel 2007 aveva collaborato con la Lineapiù di Giuliano Coppini. Vivienne adorava la maglieria e noi siamo sempre stati con lo Studio Cataldi i produttori dei suoi capi dagli storici a quelli più sperimentali, per la Gold Label che iniziammo a produrre nel 1998, per la Vivienne Westwood, per Andreas Kronthaler for Vivienne Westwood. L’ultima sfilata donna e uomo a ottobre a Parigi è stata un trionfo di maglieria e di filati Made in Prato".