"Un osservatorio sugli ammortizzatori per evitare gli abusi delle aziende"

Sit-in dei Si Cobas davanti alla sede dell’Inps. Il racconto degli operai sfruttati

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Un presidio davanti alla sede dell’Inps, a poche ore di distanza da quello organizzato in centro, per chiedere la regolarizzazione delle proprie posizioni lavorative e dell’orario di lavoro arrivando a turni giornalieri di otto ore per cinque giorni a settimana. E’ l’obiettivo della mobilitazione che ieri ha coinvolto una ventina di lavoratori (perlopiù di origine pachistana) della Textprint, stamperia del Macrolotto a conduzione orientale. Un’iniziativa che arriva a seguito dello sciopero indetto due giorni fa, nel corso del quale gli operai hanno denunciato situazioni di sfruttamento. "Ho lavorato per più di quattro mesi senza contratto a 900 euro al mese. Dodici ore al giorno per sette giorni, con straordinari non retribuiti" ha raccontato uno di loro, Abdul Rahman. Stesso racconto di Hamid Nasir, in cassa integrazione dopo aver perso un dito e mai più rientrato al lavoro. "Mi sono infortunato mentre lavoravo – ha raccontato – da allora mi hanno lasciato a casa, non ho avuto modo di tornare nonostante la mia volontà". Un incontro fra il sindacato Si Cobas e la proprietà è stato fissato per la mattinata di domani. Ma in un’ottica più ampia, i sindacalisti, a margine della campagna "8X5" hanno lanciato all’Inps l’appello per l’istituzione di un osservatorio sull’uso degli ammortizzatori coinvolgendo enti, sindacati e lavoratori. "Si segnalano diverse aziende che pur ricorrendo alla cassa integrazione continuano ad imporre un numero abnorme di straordinari gratuiti ai dipendenti – conclude la sindacalista Cobas Sarah Caudiero – Il lavoro di Inps e Ispettorato del Lavoro si scontra con la scarsità delle risorse e le difficoltà oggettive nel verificare i turni di lavoro".

Giovanni Fiorentino