Tunnel del Soccorso. Cenni: "Troppi rischi il progetto va rivisto. Serve vedere la realtà"

L’ex assessore all’urbanistica: "Eventi meteo estremi, cosa accadrebbe?. Tanti milioni per un’opera di cui non sono valutate le conseguenze. Il ponte è la soluzione. Dieci anni di rendering e idee calate dall’alto".

Tunnel del Soccorso. Cenni: "Troppi rischi il progetto va rivisto. Serve vedere la realtà"

Tunnel del Soccorso. Cenni: "Troppi rischi il progetto va rivisto. Serve vedere la realtà"

"Mi auguro che sul progetto del sottopasso al Soccorso ci sia finalmente una riflessione seria, basata sulla realtà. Realizzarlo sarebbe davvero un grande rischio per Prato". Lo dice Gianni Cenni, avvocato, ex assessore all’urbanistica del Comune, dirigente di Fratelli d’Italia, fra i possibili candidati sindaci del centrodestra.

Non è la prima volta che esprime forti perplessità sull’opera.

"Ritengo un dovere tornare sull’argomento perché oggi c’è un grave motivo di preoccupazione in più su questo ’tunnel dei sogni’. Come si fa a non tener conto di quello che è successo anche a Prato un mese e mezzo fa? La frequenza di eventi atmosferici rilevanti, come quelle piogge intense ed improvvise, è un dato da cui non si può prescindere nel valutare un’opera così. Ho letto attentamente le carte: sembra quasi che ci sia stata una volontà predeterminata per arrivare ad una soluzione del genere: nelle valutazioni di impatto ambientale ci si preoccupa della componente acqua solo per la fase di realizzazione dell’opera...".

Cos’altro ha letto?

"Rispetto al precedente parere, quello del 2012 che invece approvava il sovrappasso, sono state notevolmente ridimensionate le incidenze negative del tunnel rispetto alla falda. Non ci sono valutazioni specifiche e puntuali rispetto a precipitazioni di forte intensità e di conseguenza neppure sulla situazione di emergenza che si creerebbe".

Ad esempio?

"In caso di allagamento non si valutano costi, tempi e sistemi di svuotamento, non si parla neppure di eventuali piani di evacuazione e fuga. Non ci sono indicazioni di viabilità alternativa se l’opera diventasse inagibile".

Anche il progetto di sovrappasso presentava alcuni elementi di criticità.

"Si trattava principalmente di fonti inquinanti derivanti da aria e rumore. Sono passati però più di dieci anni: il parco circolante è già meno inquinante rispetto al 2012 e c’è la direttiva europea che impone dal 2035 l’elettrificazione di tutti i veicoli. A maggior ragione non si capisce perché si dovrebbero spendere diverse decine di milioni di euro per il sottopasso quando con meno della metà dei soldi e sicuramente con metà tempo di realizzazione si può realizzare un’opera, il ponte, ugualmente funzionale. Per me il tunnel del Soccorso è diventato un simbolo".

Di cosa?

"E’ l’esempio concreto dell’assenza di quella ’buona politica’ che dovrebbe risolvere i problemi quotidiani dei cittadini. Questi dieci anni di giunte Biffoni sono stati soprattutto anni di annunci e di progetti rimasti tutti sulla carta. Il tunnel ne è l’esempio più eclatante, ma non è il peggiore".

E il peggiore?

"Il progetto del Creaf, calato dall’alto con 23 milioni di soldi pubbici gettati al vento, non ha insegnato niente. Si è continuato con progetti esclusivamente autoreferenziali, come la cosiddetta Fabbrica dell’aria nel Macrolotto Zero: a pochi mesi dalla sua ultimazione, è un edificio vuoto ed abbandonato, un altro inutile spreco. Stendo un velo pietoso sulle giungle urbane e il bosco verticale previsto nelle case popolari di via Turchia: dieci anni di disegnini e rendering, a spese dei cittadini".

Da ex assessore all’urbanistica, bocciatura senza appello...

"Non si tratta di ideologie, di destra o di sinistra. Amministrare una città significa saper ascoltare, sapersi mettere in discussione, essere disponibili al dialogo e saper guardare la realtà. Ecco, è necessario un ritorno alla realtà, che consentirebbe di liberare risorse ed energie anche all’interno della macchina comunale per dare risposte rapide alle vere domande dei cittadini, che ormai da troppo tempo subiscono gli ostacoli della burocrazia".

Anna Beltrame