Tribunale in caduta libera "Qualcuno vuole chiuderlo"

Silli: "Temo che ci sia una volontà amministrativa". L’avvocato Terranova: "Situazione imbarazzante per i colleghi". E il numero delle cause si dimezza

"Chiudere il tribunale di Prato? Inizio a temere che ci sia una volontà amministrativa di ottenere questo risultato". Lo ha detto Giorgio Silli, che dal palco dell’ex chiesino San Giovanni è intervenuto l’altra sera durante l’incontro dal titolo "Giustizia malata: il caso del Tribunale di Prato", organizzato dal laboratorio politico di area liberale riformista e europeista "Prato Riparte", realtà alla quale per ora hanno aderito Ali, Azione, Buona Destra, Cambiamo! Italia al centro, Energie per l’Italia, Italia Viva, Partito Liberale Italiano, Radicali e +Europa. Nell’occasione Silli è tornato a denunciare la situazione in cui versano gli uffici giudiziari del tribunale e della Procura della Repubblica. E naturalmente non è stato l’unico.

"Provo un pizzico di imbarazzo per le condizioni del tribunale anche se queste non sono diretta responsabilità della politica. Da quattro anni sto portando avanti questa battaglia, legata soprattutto a una fortissima carenza di personale amministrativo. Da Roma si giustificano dicendo che loro il personale lo inviano, ma che poi nessuno vuole restare a Prato. Se arrivano 10 amministrativi, nel frattempo altri 11 se ne vanno. In parlamento ho interrogato il ministro e sottosegretari. Sembra sempre che ci sia la volontà politica di rimediare al problema, ma poi dopo le promesse tutto si arena. Ho anche scritto al capo dipartimento del Ministero che gestisce il personale, ma non mi è stata data risposta. Ogni mese spedisco la stessa lettera cambiando solo la data, eppure non accade nulla. E’ come se Prato stesse poco simpatica a qualcuno". Accanto a Silli ecco Walter Vizzini. "I dipendenti che vengono assegnati al tribunale di Prato se ne vanno poco dopo. Si potrebbe fare di più? Certo che sì, ma mancano le condizioni necessarie", ha detto il rappresentante della Funzione Pubblica Giustizia della Cgil. "Il perché di questo fuggi fuggi? Tutti sanno che a Prato si lavora il triplo e anche il quadruplo rispetto ad altre sedi". Questo nonostante il numero di cause ogni si sia ormai dimezzato: se fra il 2017 e il 2018 le causa erano 6.000, nel 2021 non hanno superato quota 3.000. "Lavorare al Tribunale di Prato è un incubo per tutti - ha aggiunto l’avvocato Donatella Luchetti, presidente della Camera Civile - I tempi restano biblici. C’è una continua sospensione delle cause, un’altrettanta continua riassegnazione di fascicoli - di cui centinaia fermi da mesi - e non si riesce mai a fare una programmazione seria perché non sappiamo chi saranno i magistrati". La musica non cambia sentendo le parole di Gabriele Terranova. "E’ una situazione imbarazzante, che sta mettendo non poco a disagio i colleghi. Oltre ai problemi già elencati - ha continuato il presidente della Camera Penale - ci sono anche le condizioni strutturali del Tribunale: vanno in scena udienze d’estate con i termosifoni accesi, l’altro giorno è stato trovato un piccione morto nei corridoi, quando piove dalla pareti gocciola acqua. Un vero disastro".

Francesco Bocchini