Tribunale, i numeri sono sempre più neri "Situazione disastrosa, siamo al collasso"

Manca il 40% del personale previsto nella pianta organica. E il presidente Gratteri anche per quest’anno non prevede miglioramenti

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Anno nuovo, vita nuova. Non per il tribunale di Prato. I buoni propositi di inizio anno non valgono per la palazzo di Giustizia di piazzale Falcone e Borsellino che continua a navigare in acque sempre più scure. E la luce in fondo al tunnel non si vede. Anzi, i problemi si accumulano e si trascinano. "La situazione è disastrosa", taglia corto il presidente Francesco Gratteri che da anni ha fatto sua la battaglia per tentare di migliorare i numeri della pianta organica, soprattutto del personale amministrativo. "Miglioramenti per il 2023 non se ne prevedono, almeno che io sappia – aggiunge Gratteri – La scopertura di organico resta intorno al 40% con 45 amministrativi al lavoro contro i 71 previsti dalla pianta organica. Senza considerare che abbiamo una direttrice amministrativa part time a 18 ore settimanali e le varie 104. Sul fronte dei giudici riusciamo a sopportare la situazione in quanto ce ne sono 24 sui 26 previsti. Per gli amministrativi non ci sono prospettive. Non credo che cambierà qualcosa. La condizione del giudice di pace parla da sola", conclude Gratteri.

A rinfocolare i problemi del giudice di pace è stato ieri – tramite le pagine del nostro giornale – un avvocato di Genova, Gianluca Gagliardi, rimasto inorridito dal fatto che in tre mesi al giudice di pace di Prato non è stato iscritto nessun ricorso. Motivo? Non c’è personale. I dipendenti presenti sono cinque sui 15 previsti. E fra qualche giorno saranno quattro per il pensionamento di una unità. Con questi numeri dove si vuole andare? Processi che durano all’infinito finendo in prescrizione, fissazioni di prime udienze a distanza di anni, una macchina della giustizia che si inceppa di continuo. Senza contare i problemi di tipo strutturale: aule che cadono a pezzi, caldo e freddo impazziti, muffa sui muri, infiltrazioni dal tetto, ascensori che funzionano a singhiozzo, seggiole rotte, metal detector all’ingresso finalmente installati ma non ancora accesi, il pavimento di alcune stanze del terzo piano inclinate. E il cantiere all’ingresso per la costruzione di una nuova scala di sicurezza? I tempi di fine lavori non sono pervenuti. Gli operai non si vedono da mesi.

"Con il 2023 anno non cambierà assolutamente nulla – attacca Walter Vizzini, delegato giustizia della funzione pubblica Cgil che, insieme a Sandro Malucchi, segretario fp Cgil PratoPistoia, ha firmato un documento per chiedere un tavolo permanente sul tribunale di Prato – Non sono problemi che possono essere affrontati con iniziative spot. La politica locale e il gli ordini professionali insieme al sindacato devono creare un tavolo permanente a livello provinciale e regionale finché non viene trovata una soluzione. Non è più una questione di natura amministrativa ma politica. I numeri sono imbarazzanti. Da 20 anni ripetiamo sempre le stesse cose. E’ una vergogna. Speriamo che cambi qualcosa con il nuovo direttore generale della giustizia a Roma, Gaetano Campo. Quello precedente si è sempre rifiutato perfino di incontrarci".

Per quanto riguarda i numeri Vizzini insiste sullo studio fatto a livello regionale dove il tribunale di Prato viene messo a confronto con quello di Livorno. Due realtà simili che hanno più o meno gli stessi magistrati, 25 Livorno, 26 Prato. Peccato che in pianta organica Prato dovrebbe avere 71 amministrativi (effettivi, come abbiamo visto sono solo una quarantina) e Livorno 91 con un rapporto fra giudici e cancellieri totalmente differente. Dove sta l’inghippo?

Laura Natoli