"Subito più fondi per ripartire" . I sindaci scrivono al governo. Gli artigiani: "Non lasciateci soli"

Granelli, presidente nazionale di Confartigianato, ha visitato tre aziende colpite dal disastro "Porteremo le istanze delle imprese alle istituzioni". Gli imprenditori raccontano il dramma.

"Subito più fondi per ripartire" . I sindaci scrivono al governo. Gli artigiani: "Non lasciateci soli"
"Subito più fondi per ripartire" . I sindaci scrivono al governo. Gli artigiani: "Non lasciateci soli"

"Fatti e non parole, perché qusta volta sarà più dura del solito". E’ il leit motiv unanime che si ascolta dalla viva voce degli artigiani di Oste di Montemurlo che la sera del 2 novembre hanno visto annegare sotto più di un metro di acqua e fango i sacrifici di una vita e con essi il loro futuro. E lo hanno detto a chiare lettere a Marco Granelli, presidente nazionale di Confartigianato che ieri ha visitato le aziende alluvionate insieme al presidente pratese Luca Giusti e ai sindaci di Montemurlo e Prato, Simone Calamai e Matteo Biffoni. Ristori statali, subito e facili da ottenere, sburocratizzazione dei moduli per la richiesta danni, chiarezza sul tipo di danneggiamento dovuto a calamità o a catastrofe: il pragmatismo prima di tutto, perché sebbene molto abbattuti, la grinta e la voglia di reagire anima gli imprenditori di nuova e vecchia generazione. "Ero nella mia tintoria, quando l’acqua e la sua forza hanno fatto saltare i tombini; i capannoni sono stati invasi dal liquame fino ad un massimo di un metro e 60 centimetri. Quando ho saltato il cancello per lasciare l’azienda, l’acqua aveva invaso anche il piazzale e mi sono trovato quasi a nuotare per raggiungere l’auto": è il racconto drammatico di Tommaso Fedi, 45 anni, da sei mesi titolare della Speedy color di via Lavagnini, azienda di famiglia da 40 anni con 15 dipendenti. "Avevamo finito di pagare da poco la mini-tintoria tecnologica, preziosa dal punto di vista della sostenibilità. Forse la prossima settimana si riesce a far ripartire un reparto se riprende a funzionare la caldaia – dice – Abbiamo l’assicurazione ma copre un massimale di un milione e 600mila euro e il 50% del valore. C’è bisogno di altri aiuti in tempi rapidi e con sistemi facili". A poche decine di metri di distanza, nel piazzale di Eurostoffe Rosi, troviamo Roberto Giudici, che si occupa di lavorazione stoffe conto terzi e conta 10 dipendenti. Le sue lacrime e l’abbraccio con i sindaci dicono tutto: "I macchinari sono finiti sotto un metro e 20 centimetri di acqua. Stavolta è dura, non ci abbandonate – ha detto alla delegazione di Confartigianato – L’unica forza è il mio conto corrente e devo attingervi per pagare contributi, tasse, mutuo e Imu. Questa è la realtà di noi piccoli imprenditori. Il commissario Giani deve fare in fretta a decidere su alluvione o evento catastrofale: è una discriminante importante per l’assicurazione. Non possiamo permetterci nè polemica nè tanta burocrazia, ma mani sporche per ripartire". Eurosteffe Rosi compie 40 anni fra 5 mesi: "Stiamo smontando e pulendo i macchinari. Molte aziende mi stanno aiutando: l’obiettivo è arrivare a Natale con la prima rocca di filato".

"Siamo venuti per esprimere la nostra vicinanza a questi territori così colpiti – ha detto Granelli – Quanto è accaduto non si deve ripetere mai più. Sono necessari piani straordinari di manutenzione e protezione del territorio. È essenziale mettere in sicurezza gli insediamenti, con manutenzioni preventive sui reticoli delle acque. In questo le imprese di prossimità possono dare un contributo importante". Così Granelli ha ribadito che "sosterremo le richieste degli artigiani. Sono urgenti le sospensioni degli adempimenti e versamenti tributari. Siamo in continuo confronto con le istituzioni sui ristori, che dovranno essere erogati con procedure semplificate e con velocità, e sugli strumenti normativi da varare per aiutare la ripartenza". L’ultima visita è stata alla Fratelli Papini di Carlo Papini, da 50 anni cernita di stracci e lavorazione cashmere, dove l’acqua ha raggiunto i 50 centimetri.

"Le scatole con il vestiario erano in mezzo all’acqua – racconta il titolare – Intanto abbiamo ripreso la prima parte della lavorazione. Alle istituzioni chiediamo di venerci incontro. E gli aiuti sono essenziali per ripartire", dice mostrando capi di abbigliamento vintage griffato e borse vintage da collezione. "Non siamo venuti per una passerella – chiosa Giusti – ma per far sentire agli imprenditori che ci siamo per sostenerli cominciando dall’essere interlocutori con le istituzioni. Ancora prima di parlare di eventuali aiuti economici, almeno non togliete alle aziende le poche risorse finanziarie di cui dispongono per far fronte al disastro. Perciò ci battiamo per ottenere la moratoria fiscale per le ditte alluvionate".

Intanto i sindaci della provincia di Prato hanno scritto una lettera a firma congiunta alla presidente del Consiglio dei ministri, Giorgia Meloni, per esprimere la loro preoccupazione per la fase del ripristino dei danni e la messa in sicurezza del territorio e chiedono un impegno finanziario consistente per favorire la ripresa. Per i sindaci la copertura finanziaria indicata nell’Ordinanza del Consiglio dei Ministri pari a 5 milioni è "inadeguata". I sindaci fanno presente che i Comuni hanno dovuto anticipare le risorse finanziarie necessarie per far fronte alle somme urgenze.

Sara Bessi