Smaltimento liquami: rincari per le famiglie

Il Consorzio spurghisti vara nuove tariffe maggiorate del 15%. Durgoni: "Soltanto così riusciremo a sostenere i costi di smaltimento"

Non si arresta l’onda lunga dei rincari. I prezzi per lo smaltimento dei liquami saliranno del 15%. E’ la decisione comunicata dal Consorzio Spurghisti durante il vertice tenuto a Palazzo dell’Industria al quale hanno partecipato i gestori degli impianti di smaltimento e depurazione dei fanghi e i rappresentanti degli amministratori di condominio. Presente anche il sindaco Biffoni e i vertici di Gida.

A pesare sulla scelta degli spurghisti i rincari monstre che hanno colpito il settore negli ultimi mesi: circa un milione di euro in più per smaltire i liquami. Dopo il ticket energetico di 4 euro a tonnellata sancito da Gida per gli impianti del Calice e di Baciacavallo a Prato, e il rincaro medio di 7 euro a tonnellata imposto da Publiacqua per l’impianto di San Donnino (unica struttura di riferimento per l’area fiorentina), gli spurghisti associati nel consorzio avrebbero dovuto rincarare i propri servizi del 2530% per mantenere inalterati i propri margini di guadagno. Alla luce della crisi che sta colpendo imprese e famiglie, e considerato che già lo scorso novembre era stato applicato un aumento del 10% ai prezzi, gli spurghisti hanno scelto per un rincaro dei servizi di spurgo calmierato al 15%.

"Di fatto per qualche mese andiamo ad azzerare i nostri margini di guadagno – spiega Massimo Durgoni, vicepresidente del Csa -. Con questa decisione però riusciamo a sostenere i costi maggiorati di smaltimento dei liquami e a continuare a garantire il posto di lavoro agli oltre 600 dipendenti che ruotano intorno alle nostre aziende associate". Il settore è in crisi, a Prato, una impresa di spurgo ha già chiuso i battenti mandando a casa tre lavoratori. L’assenza alla riunione di Publiacqua non è passata indifferente: "E’ un’assenza pesante quella di Publiacqua, che fa seguito ad anni di mancato dialogo con gli amministratori di condominio per tutti i problemi legati al servizio idrico", commenta Roberto Asaro presidente di Anaci Prato e Pistoia in rappresentanza degli amministratori di condominio. "Gli spurghisti avrebbero voluto rassicurazioni sul prosieguo del servizio a San Donnino e noi amministratori avremmo voluto certezze sulla ripartenza di un dialogo che a oggi è totalmente assente". In seguito del vertice a Palazzo dell’Industria, c’è stato un ulteriore incontro sempre a Prato fra il vicepresidente Durgoni, il sindaco Biffoni e il primo cittadino di Firenze, Dario Nardella.

Quest’ultimo ha spiegato di avere ben presente il problema dello smaltimento e della depurazione dei liquami in provincia di Firenze e ha assicurato un incontro a stretto giro per affrontare l’emergenza spurgo e per parlare del futuro dell’impianto di San Donnino. "La situazione economica è difficile gli aumenti colpiscono imprese e cittadini, stremati dai costi", interviene il sindaco Biffoni. "Va fatto un lavoro di lobby con l’Europa per contenere i costi e portare avanti interventi strutturali che diano sicurezze nel lungo periodo".

Silvia Bini