
Serraglio, caso irrisolto. Il sindaco Biffoni:: "Più forze dell’ordine. E ora manca il prefetto"
"E’ stato un fatto gravissimo. Ma vorrei subito replicare al centrodestra chiedendo di mandare al più presto il prefetto e di potenziare la Questura. Abbiamo presente benissimo la situazione intorno alla zona del Serraglio e infatti ci sono pattuglie dei carabinieri in congedo e controlli delle forze dell’ordine quasi quotidianamente. All’arrivo di ogni prefetto facciamo sempre un focus sul Serraglio. Non abbiamo preso la situazione sotto gamba". E’ risoluta la condanna del sindaco Matteo Biffoni sul brutto episodio avvenuto domenica pomeriggio in piazza Duomo: un uomo che brandiva un coltello, ripreso anche in un video di un cittadino, che poi ha ferito – per fortuna in modo lieve – altri due stranieri. "Lo ribadisco con forza: quando abbiamo preso in mano la situazione dieci anni fa, le cose erano peggiori di ora, era ingestibile – aggiunge ancora Biffoni –. La lasciamo meglio di come l’abbiamo trovata. Ricordo, per chi ancora non l’avesse capito, che non è compito dell’amministrazione comunale, ma è una questione di ordine pubblico che spetta ad altri enti". Biffoni insiste sul fatto che Prato è rimasta senza prefetto (Adriana Cogode è andata in pensione il primo febbraio) e che servirebbero più uomini per polizia e carabinieri e a chi invoca i controlli della polizia municipale ricorda "che non è il loro lavoro, anche se diciamo sempre alla pattuglia della territoriale di fare un giro dal Serraglio". "Abbiamo preso noi i cani antidroga – spiega ancora – , prima non c’erano". "Per la verità si parla da tempo dell’aumento dell’organico delle forze dell’ordine, non ora con il governo Meloni. Detto questo sappiamo bene che la situazione in quella parte di centro è complicata e ha bisogno di essere tenuta sotto controllo costantemente. Non possiamo abbassare la guardia. E poi non è così 365 giorni l’anno, ma va ad ondate". Infine sui militari, i 15 che dovrebbero arrivare a breve. "Ben vengano – conclude – Ricordo che ce li tolse Salvini. Tutto fa anche se avrei preso più volentieri dieci carabinieri in più".
Le reazioni del centrodestra non sono tardate. "Prato è città di impresa e di grandi lavoratori: per lavorare bene, per fare investimenti, per aprire il bandone ogni mattina abbiamo bisogno di tranquillità e sicurezza. Non si può vivere con la costante angoscia di essere aggrediti o di subire spaccate o furti o che qualcuno dia in escandescenze su un mezzo pubblico. Il governo, grazie al nostro impegno e dopo anni di disinteresse da parte dell’attuale sindaco, è intervenuto facendo la sua parte, con il ritorno dei militari, ma la città, a causa di politiche sbagliate, è fuori controllo", hanno detto la deputata Erica Mazzetti (Forza Italia), coordinatore provinciale pratese, e Francesco Cappelli, coordinatore comunale di Forza Italia.
"Tutte le iniziative promosse dai privati per lo sviluppo del centro storico sono vanificate dall’incuria e della miopia delle politiche del centrosinistra in materia di
integrazione. Basta con la scusa che il Comune non possa fare niente: non è vero", interviene il consigliere comunale di FdI, Tommaso Cocci. "I negozi etnici che si annidano nel centro costituiscono talvolta la base logistica per il bivacco di spacciatori e delinquenti – attacca –. Bisogna partire con un giro di vite sulle attività conniventi. E gli strumenti amministrativi ci sono".
Laura Natoli