Prato orfana di docenti. Nessun occhio di riguardo per la città con il più alto numero di stranieri per classe (la media supera il 35%), con oltre 200 alunni in educazione parentale che molto probabilmente da settembre chiederanno di tornare in classe e soprattutto nessun occhio di riguardo per l’unica provincia in crescita dal punto di vista delle iscrizioni scolastiche. I sindacati partono all’attacco sul numero dei docenti assegnati a Prato: il contingente di docenti previsto non riuscirà a scongiurare classi pollaio né accorpamenti. Soltanto due giorni fa l’assessore all’istruzione del Comune di Prato Ilaria Santi era tornata a gridare con forza la necessità di dotare Prato di organici adeguati. Niente da fare per la città che parte già con un gap di 40 insegnanti in meno a causa di un errore che ne aveva cancellato di fatto 100 per poi vedersene riconosciuti 60, con un ammanco di 40 cattedre che non è stato mai sanato. In questa situazione già difficile Prato non avrà abbastanza insegnanti per coprire della materne alle superiori: lo scenario che si va prefigurando è sempre lo stesso e ricalca quanto avvenuto negli anni passati con classi da 28 studenti sezioni accorpate e un esercito di precari dietro le cattedre. "Siamo scandalizzati neanche il più drammatico anno scolastico della storia recente del nostro paese ha spinto i politici a rivedere le proprie scelte in materia di personale scolastico", gridano i sindacati Cgil, Cisl, Snals e Gilda. "Il numero degli studenti del territorio è in costante crescita e non abbiamo copertura del fabbisogno di docenti. L’organico di diritto assegnato agli istituti della provincia di Prato non è sufficiente e non compensa il disastro fatto alcuni anni fa dove a fronte di un aumento di alunni per un errore tecnico si erano persi 100 posti in particolare nelle scuole superiori". Va dato atto all’ufficio scolastico provinciale di avere accolto una parte delle richieste giunte dalle scuole e dalle organizzazioni sindacali, in particolare quella di tenere conto del gran numero di alunni che in questo anno scolastico hanno fatto ricorso all’istruzione parentale o sono rimasti nei loro paesi di origine, e che presumibilmente rientreranno a settembre. Tuttavia non è stata accolta la richiesta di avere un vero organico potenziato. L’Ufficio Provinciale è costretto infatti ad utilizzare l’organico potenziato (che dovrebbe servire a migliorare la qualità dell’insegnamento) per coprire le ore di cattedra e anche le ore eccedenti. Nelle scuole superiori, per rientrare nei limiti c’è la certezza che sarannocostituite cattedre con orario superiore a quello contrattuale e il rischio concreto che vengano addiritturaazzeratii corsi serali.
"A livello regionale ci aspettavamo uno sforzo nella compensazione dell’errore, cosa che colpevolmente non è avvenuta, aggiumngono i sindacati. "L’ufficio scolastico regionale avrebbe dovuto in situazione di pandemia chiedere al ministero di assegnare più docenti e più personale Ata alla provincia di Prato in ragione della peculiarità di un territorio con più alto processo migratorio: Prato è la prima provincia per percentuale di alunni stranieri nelle scuole che determina una dispersione scolastica tra le più alte della Toscana". Sarebbe stato il momento giusto per avviare un’importante operazione di rifinanziamento del sistema scuola, con la riduzione delle famose classi-pollaio.