Prato piace alle Università, Wenzhou apre un campus

L’ateneo conta 50mila studenti. Firmata l’intesa

Prato, 12 novembre 2016 - Wenzhou chiama e Prato risponde. Si accorciano le distanze con la Cina grazie all’accordo siglato tra il rettore dell’Università di Wenzhou, Li Xiaokun ed il presidente del Pin, Maurizio Fioravanti. Una firma che segna la svolta visto che pone la basi concrete per realizzare in città il primo campus italiano dell’Università di Wenzhou che conta oltre 50mila studenti.

In particolare l’accordo prevede una collaborazione ad ampio spettro tra le istituzioni ed segna un passo ulteriore rispetto ad accordi stipulati nel 2010, tra Provincia, Monash University, Wenzhou University e Pin e successivamente rafforzati nel 2013 e nel 2015 tra Wenzhou University e l’Università di Firenze. Un accordo a 360 gradi che prevede oltre alla nascita del campus anche tutta una serie di collaborazioni a cominciare dall’organizzazione di corsi brevi, summer school e percorsi di formazione di mutuo interesse ed anche lo sviluppo di progetti di ricerca congiunta tramite il coinvolgendo aziende italiane e cinesi. Si tratta di una delle più importanti università della regione dello Zhejiang, zona particolarmente sviluppata della Cina, con un alto Pil. La Wenzhou University, in particolare, aprirà a Prato la sua prima sede a livello mondiale. Il rettore durante la firma dell’accordo ha tenuto a sottolineare come la decisione «di insediare la prima sede mondiale a Prato abbia un preciso significato politico, oltre che una rilevanza storica».

Tra Prato e Wenzhou infatti ci sono importanti legami basati su anni di relazioni. La presenza della comunità cinese in città è uno dei fattori che ha portato a questa scelta condivisa anche dalla leadership politica cinese. Presenti alla firma dell’accordo anche il vice console cinese di Firenze e alcuni docenti universitari cinesi che insegnano all’estero. Per il Comune era presente l’assessore allo Sviluppo economico con delega all’Università Daniela Toccafondi. Alla cerimonia hanno assistito anche diversi docenti dell’Ateneo fiorentino interessati ai rapporti con la cultura ed economia cinese.