Prato, la nuova sfida sul mercato: i vestiti anti Covid

Le aziende pratesi lanciano prodotti in grado di resistere al virus. I primi esempi

Un test

Un test

Prato, 3 giugno 2020 - In un minuto ha già neutralizzato più del 98% dei virioni. Dopo dieci minuti ha completato il suo lavoro: anche i batteri e i virus più resistenti – compreso il famigerato Sars-Cov-2 – sono totalmente debellati. L’indumento, possibile vettore di contagio, si è trasformato invece in una preziosa barriera protettiva. Il merito è di Viroblock, un trattamento messo a punto all’inizio dell’anno nei laboratori della Heiq, azienda svizzera specializzata in prodotti chimici per l’industria tessile. Un trattamento che oggi parla anche pratese grazie ad un accordo che il colosso elvetico ha stipulato con Beste. Il patto prevede un vincolo di fornitura in esclusiva a favore dell’azienda di Cantagallo per tutta la Toscana e un piano quadriennale di ricerca e sviluppo. Heiq e Beste lavoreranno insieme sul fronte della sostenibilità e della tracciabilità dei prodotti: il partner sarà impegnato nell’attività di laboratorio, mentre l’azienda di Usella si dedicherà alla sperimentazione sul campo. «E’ una collaborazione che ha già dato prova di efficacia», spiega Matteo Santi, uno dei titolari di Beste. «L’ accordo su Viroblock arriva dopo un importante risultato, conseguito alla fine di dieci mesi di lavoro. Insieme abbiamo infatti sviluppato il primo trattamento di impermeabilizzazione resistente ai lavaggi a secco e con basso contenuto di silicone certificato Gots, lo standard internazionale per la produzione di indumenti e prodotti tessili realizzati con fibre naturali da agricoltura o allevamenti biologici. E’ partendo dal contributo che possiamo dare sul fronte del contenimento del virus che abbiamo prolungato per i prossimi quattro anni la collaborazione con l’azienda svizzera, estendone gli ambiti di ricerca».

Intanto Beste si concentra sul risultato ottenuto. «La tecnologia Viroblock - spiega Tommaso Gori, ingegnere responsabile dello stabilimento Beste - è nata combinando due tecnologie già svilippate. Gli ioni d’argento molto efficaci come agenti antibatterici sono stati associati a particelle di lipidi capaci di attrarre, incapsulare e neutralizzare i virioni. L’efficacia di questa tecnologia è stato messa alla prova anche sulla famiglia dei coronavirus, mostrando di durare nel tempo e di essere compatibile con un normale ciclo di lavaggio in acqua».

Ci sono certificazioni autorevoli che danno sicurezze: «La Food and Drug Administration americana ha certificato l’efficacia del prodotto chimico sulla mascherina FPP2 della HeiQ», aggiunge Gori. «E più di recente, il Ministero tedesco della Salute ha certificato la denotazione antivirale nell’ambito tessile». Sfida importantissima che il distretto inizia a cogliere, come stanno già facendo anche a Biella o altre imprese locali, come la Manteco che ha messo a punto un trattamento antibatterico per i suoi tessuti. Sarà una partita molto importante quella di realizzare tessuti e indumenti in grado di difendersi dai virus a protezione della salute. Se Beste si è mossa nella fase emergenziale per rendere le tute di protezione da monouso a prodotto riutilizzabile, l’azienda della Valbisenzio sta applicando il trattamento Viroblock ai tessuti destinati all’abbigliamento. Lo ha iniziato a sperimentare con la linea Monobi, il marchio della Beste, che ha realizzato capi sicuri in grado di difendere come scudi totali dal virus. Il trattamento Viroblock, come spiegato da Matteo Villa, responsabile del progetto Monobi, è usato su tessuti per confezionare capi e ora anche su capi finiti. Gli outfit per la primavera estate Monobi sono già acquistabili con lo shopping online: ci sono magliette, pantaloni, pantaloncini e capispalla. Tutti cuciti con tessuti dalla capacità antivirale e antibatterica, che si mantiene fino a 10 lavaggi.

Sara Bessi