REDAZIONE PRATO

Pecci, scatta lo stato di agitazione La Regione convoca cda e sindacati

Ieri mattina l’assemblea dei lavoratori dopo i due licenziamenti improvvisi: "Subito il reintegro". Sit in davanti al museo promosso da Cgil e Uil. I vertici della fondazione chiedono di aprire un confronto.

Pecci, scatta lo stato di agitazione La Regione convoca cda e sindacati

Revoca immediata dei licenziamenti. Cgil e Uil non arretrano di un passo sulla richiesta da portare sul tavolo del cda del Pecci dopo i due licenziamenti in tronco avvenuti la settimana scorsa. "Non si risana il museo sulle spalle dei dipendenti": questo il messaggio, chiaro, sullo striscione lungo quasi dieci metri sfoderato ieri mattina al termine dell’assemblea dei dipendenti durante la quale, all’unanimità, è stato decretato lo stato di agitazione.

Due le novità emerse: il cda del Pecci ha contattato i sindacati per chiedere una data per mettersi seduti attorno a un tavolo. Cgil e Uil avrebbero proposto la data del 12 settembre. Nel frattempo anche Regione e Comune si sono mossi convocando un tavolo per il 21 settembre. I sindacati in questo caso hanno già chiesto ai due enti di poter anticipare la data, mentre il presidente del cda, Lorenzo Bini Smaghi, vorrebbe far slittare l’incontro al giorno successivo, ossia il 22 settembre.

Nel frattempo prosegue la mobilitazione per i licenziamenti improvvisi notificati tramite lettera la scorsa settimana a due dipendenti, senza il necessario percorso sindacale. Una modalità condannata da più parti che resta al centro delle polemiche. Azioni di protesta che non è escluso siano messe in campo anche la sera dell’8 settembre durante i festeggiamenti cittadini.

"Una cosa deve essere chiara al cda: i due licenziamenti vanno revocati – spiega Alessio Bettini della Funzione pubblica Cgil –. Un fatto importante perché significa ristabilire le normali relazioni sindacali, qualora le nostre richieste non vengano accolte la battaglia proseguirà". Le motivazioni allegate alla decisione di licenziare due dei diciotto dipendenti riguardano i conti che non tornano nel bilancio 2022 e gli aumenti delle bollette.

"Siamo determinati ad andare fino in fondo ed a percorrere qualsiasi strada per tutelare i lavoratori coinvolti in questa ingiustizia. Non è possibile che si continui a scaricare il costo dell’incompetenza amministrativa sui lavoratori", spiega Patrizia Pini, responsabile enti locali

nella segreteria Uil funzione pubblica Toscana.

"Ci siamo subito attivati per tutelare il nostro iscritto, stiamo verificando le corrette procedure, non permetteremo che un tale scempio vada avanti. È una battaglia di civiltà non solo per il singolo lavoratore, ma per tutta la città, il diritto al lavoro è difeso dalla Costituzione. Non ci fermeremo di fronte ad un comportamento non rispettoso delle regole morali ed etiche, non si può permettere che un ente culturale partecipato dal pubblico licenzi in tronco il personale senza seguire i percorsi sindacali previsti dal contratto in nome di problemi di bilancio non chiari e su cui aspettiamo più di una risposta da tempo".

Lo stato di agitazione proclamato ieri dà il via anche a una serie di manifestazioni e presidi che saranno comunicati nei prossimi giorni. Oltre alla data dell’8 settembre, festa della città e quindi con una visibilità particolare, un altro momento simbolico potrebbe essere l’inaugurazione della nuova mostra prevista a fine mese.

"Ci siederemo con la Fondazione e al tavolo istituzionale, ma la nostra richiesta resta quella del ritiro dei licenziamenti", rincara Bettini. Intanto resta in piedi anche il percorso giudiziario. I due licenziamenti, infatti, sono stati impugnati per comportamento antisindacale.

Silvia Bini