Prato, l'occupazione è ai livelli pre pandemia ma i salari sono più bassi di 10 anni fa

Pancini, segretario Cgil: "Il tema da affrontare è il lavoro povero". Incertezze per guerra e pandemia segnano la festa del Primo maggio

Un lavoratore

Un lavoratore

Prato, 1 maggio 2022 - "Arriviamo al Primo maggio con le ossa rotte e con la consapevolezza che il grande tema su cui concentrare l’attenzione oggi è quello della buona occupazione. L’occupazione è tornata ai livelli del 2019, ma oggi abbiamo un esercito di lavoratori poveri. Persone assunte che faticano a pagare le bollette, che sono in graduatoria per la casa popolare, che non hanno sufficienti possibilità economiche". Lorenzo Pancini, segretario generale della Cgil P rato accende i riflettori su un tema capace di innescare un vero cambio di passo.

"Purtroppo si è giocato la competitività delle nostre aziende sui salari dei lavoratori", spiega. "I Paesi che invece hanno avuto un approccio diverso, incentivando il lavoro e detassando gli stipendi oggi hanno un altro passo". Un esempio? "Germania e Francia. Se vogliamo ricominciare dobbiamo incentivare la buona occupazione, non solo creare posti di lavoro, ma creare occupazione che generi benessere e voglia di impresa".

Esiste una questione salariale, secondo Pancini, che porta ad esempio quanto accaduto in Italia (e Prato non fa eccezione) e all’estero: "Dal 2010 al 2019 in Germania gli stipendi sono aumentati mediamente di 5000 euro, qui sono diminuiti di 500 euro: è facile comprendere come anche chi lavora non si senta appagato, motivato né spronato". La strada tracciata dal sindacato di piazza Mercatale non può che andare in questa direzione partendo appunto dal grande tema della tassazione del lavoro che in Italia è altissima a discapito di famiglie e imprese. Spingere sull’acceleratore proprio nel momento in cui i livelli occupazionali in Toscana e a Prato, secondo l’ultimo rapporto Irpet, sono tornati ai livelli pre pandemia. I posti di lavoro ci sono, ma la sensazione è comunque di precarietà.

Nel 2021 sono stati recuperati i livelli occupazionali del 2019: nel 2021 sono cresciti i contratti a tempo determinato, con proroghe, mentre non sono cresciuti di pari passo i contratti stabili. Le persone assunte oggi sono le stesse del 2019 con una crescita maggiore per il settore dei servizi mentre la manifattura, lontana dalla produzione pre pandemia ancora non è riuscita ad incidere sui livelli di occupazione. "Il sistema moda deve ancora recuperare 10 punti percentuali sul 2019, mentre i servizi, grazie anche all’allentamento delle restrizioni Covid, hanno dato respiro al mondo del lavoro", spiega Pancini. "Le donne non sono state particolarmente danneggiate né agevolate dalla pandemia, l’occupazione femminile è stabile al 48%, mentre i più colpiti dal mercato del lavoro sono i giovani", aggiunge il segretario della Cgil. "L’offerta formativa deve allinearsi con il mercato del lavoro e di pari passo le aziende devono investire in digitalizzazione e innovazione per poter essere capaci di stare al passo coi tempi e assorbire i giovani che si affacciano al mondo del lavoro con competenze troppo elevate rispetto all’attuale sviluppo aziendale".

Prospettive per 2022?: "Dopo due anni di pandemia che hanno sfibrato il tessuto sociale ed economico adesso abbiamo davanti la guerra tra Russia e Ucraina che sta g enerando incertezza e paura", chiude Pancini. "La crescita del Pil del 6% registrata nel 2021, rischia ora una brusca frenata. Questo inevitabilmente aggiunge una senso di angoscia e molti dubbi che potranno essere dissolti solo quando vedremo una via d’uscita dal conflitto".