"Nuove scuole? Ora ci sono i soldi La riforma aveva svuotato le casse"

Il presidente della Provincia rassicura gli studenti: "Quest’anno avremo risorse per costruire istituti. E ci sarà anche lo sblocco delle assunzioni". Ma per il Livi manca ancora una soluzione definitiva

Il tema caldo della scuola tiene banco. Prato non ha abbastanza aule per accogliere tutti gli studenti delle superiori. Ci sono casi limite come i licei Livi e Brunelleschi divisi su sei succursali dislocate in due comuni, ma si tratta comunque di un problema diffuso tanto che a più riprese gli studenti sono tornati ad alzare la voce accusando di immobilismo la Provincia.

Presidente Puggelli, di recente gli studenti del Livi-Brunelleschi sono tornati a manifestare in piazza.

"Gli elementi di protesta meritano sempre di essere ascoltati. I ragazzi esprimono esigenze vere, è fuori discussione che frequentare una scuola divisa su più sedi crei grosse difficoltà".

Perché a sei anni di distanza dall’ultimo sit-in non c’è ancora una nuova sede?

"È opportuno andare a fondo per capire quali sono i motivi, altrimenti si rischia che tutti gli anni ci si trovi a manifestare per la stessa ragione".

Si spieghi

"Quando sono entrato in Provincia alla fine del 2018 ho trovato una città con grandi problemi di edilizia scolastica e un ente che dal 2014, a seguito della riforma del Rio, aveva come unica missione quella di preparasi alla chiusura".

Nel 2016 però con il referendum costituzionale c’è stata una retromarcia

"Peccato che dal 2016 ad oggi di fatto non sia cambiato nulla: la politica italiana si è dimentica delle Province rimaste nel limbo in attesa di una vera riforma che è tutt’ora solo sulla carta".

In concreto cosa significa?

"Per costruire scuole nuove servono risorse economiche e professionali che non c’erano. Il blocco del tourn over che per i Comuni è scaduto due anni fa, in Provincia ha impedito di assumere finora".

Può fare un esempio?

"Prima della riforma del Rio del 2014 a palazzo Buonamici lavoravano 140 persone, oggi sono meno della metà compresa la polizia provinciale e le segreterie. Nell’ufficio tecnico da 8 impiegati oggi ce ne sono appena due".

Anche a livello economico sono stati anni difficili?

"Tre anni fa in bilancio avevo a disposizione meno di un milione di euro per gli investimenti e personale ridotto all’osso".

Per questo non è stato possibile costruire nuove scuole?

"I miracoli non li possiamo fare. Tre anni fa c’erano 450 studenti senza classe, grazie all’aiuto dei sindaci abbiamo riqualificato l’ex caserma dei vigili del fuoco e l’immobile di via Milano a Montemurlo che adesso ospitano aule. In tre anni abbiamo dato al Livi-Brunelleschi oltre 30 aule, in totale ne sono state trovate 50. È stato davvero un lavoro immane. Si tratta di classi disseminate in più punti della provincia e questo non piace a nessuno nemmeno a me, ma abbiamo il dovere di essere concreti: finorta non c’era l’opportunità di fare di più".

È per questo che ha fatto la scelta impopolare di chiedere alle scuole di non accettare più studenti della capacità?

"Il numero chiuso non è certo la soluzione ideale però bisogna essere realisti inutile accettare studenti se non possiamo accoglierli".

Oggi però qualcosa è cambiato?

"Le Province hanno un ruolo fondamentale per gestire settori come la scuola e le strade, grazie all’impegno di noi sindaci che ci siamo battuti fortemente qualcosa adesso è migliorato. Quest’anno ad esempio abbiamo in bilancio 7 milioni di euro e lo sblocco delle assunzioni".

Con più risorse si potrà dire definitivamente addio alle cosiddette scuole-spezzatino?

"Nonostante due anni di emergenza Covid non ci siamo mai fermati tanto che abbiamo progetti in stato avanzato come la scuola di legno di via Reggiana, l’ecoscuola di via Galcianese e entro il anno prossimo anno sarà cantierizzato il nuovo Copernico. Tre progetti di edilizia scolastica che non si vedevano da decenni a Prato".

E per gli studenti del Livi-Brunelleschi qual è la soluzione?

"Il nuovo Brunelleschi sarà realizzato a Montemurlo in un’area di via Labriola individuata dal Comune. A breve finanzieremo lo studio di fattibilità: è chiaro che per costruire dal nulla una nuova scuola servono degli anni. Il Livi è inserito in un quartiere saturo dal punto di vista edilizio: stiamo cercando un terreno adatto".

Ipotesi?

"Posso dire che non sarà nell’area dell’ex Banci".

Silvia Bini