"Non tre sorelle" fa il suo debutto Le attrici ucraine recitano Cechov

Al Fabbrichino lo spettacolo di Baraldi che ha vinto il premio dell’Associazione nazionale critici teatrali. Previsto in scena due anni fa e bloccato dalla pandemia, ha cambiato pelle. E racconta il presente

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Da giovedì 1° a domenica 4 dicembre debutta in prima assoluta al Fabbrichino "Non tre sorelle", spettacolo "liberamente non ispirato a un’opera di Cechov", recentissimo vincitore del prestigioso premio Associazione Nazionale Critici di Teatro. Scritto da Francesco Alberici e Enrico Baraldi, che ne firma anche la regia, prodotto dal Metastasio con il contributo di Fondazione Cassa di Risparmio, avrebbe dovuto debuttare nel 2020 come un adattamento di Tre Sorelle di Cechov e, accostando alcuni brani originali di Cechov alle personali esperienze biografiche di un gruppo di attori e attrici, scendere a fondo nei temi principali dell’opera - lo scorrere inesorabile del tempo, l’impossibilità di realizzare i desideri - interrogandosi sul senso che ha mettere in scena un classico oggi. La pandemia ha però bloccato le prove, l’attesa del debutto e il tempo sospeso hanno sottoposto a continue rielaborazioni il lavoro e mutilato il cast di alcune presenze. Le prove sono potute riprendere solo a febbraio 2022, durante lo scoppio della guerra in Ucraina. Il senso dello spettacolo è allora cambiato: tre attrici ucraine, scappate dal proprio paese dopo l’invasione e giunte in Italia grazie al progetto di accoglienza Stage4Ukraine, affiancano ora due attrici italiane per riflettere su cosa significhi recitare Cechov, principe degli autori russi, ora che la Russia è un paese invasore. Nel 1900, anno esatto in cui scrive Tre Sorelle, Cechov inaugura il secolo con una domanda: come sarà la vita dopo di noi? (Versinin, atto II). Cechov nasce in un territorio di confine con la Crimea, ricorda le vicende della guerra e instilla nei suoi personaggi un patriottismo verso la Russia ("tutta la Russia è il nostro giardino" dice Trofimov nel Giardino dei Ciliegi). Ma ci mette in guardia, dalla perdita del senso e del ricordo - che senso ha ricordare? (Irina, atto I). Masa, Irina e Olga, tre donne, provano in tutti i modi a ricomporre la loro famiglia e la loro patria, Mosca, da cui si sono separate, e che diventa il simbolo della felicità che non riescono a raggiungere, che non raggiungeranno mai. Accanto a loro, Cechov mette in scena dei militari russi, abbandonati nella remota periferia in attesa di essere spostati su qualche fronte, che si domandano se la vita dopo di loro sarà più felice, se non ci saranno più guerre e se finiranno le pene dell’uomo grazie al suo sforzo di migliorarsi, o se al contrario, ogni sforzo è inutile, tanto alla fine non cambia nulla, e la vita resterà sempre una sofferenza. Non tre sorelle mette a confronto queste parole, questi personaggi, con lo sguardo e i corpi di tre attrici scappate dalla guerra - Natalia Mykhalchuk, Julia Mykhalchuk, Anfisa Lazebna, accanto a due attrici italiane - Susanna Acchiardi e Alice Conti. Spettacolo in italiano, inglese, ucraino e russo, con sopratitoli in italiano e ucraino.