REDAZIONE PRATO

"Nelle scuole per costruire il futuro Quota 103, impatto sostenibile"

Pecci (Confindustria) e il difficile ricambio generazionale nel tessile: "Così cerchiamo di garantire più ingressi"

L’opzione pensione anticipata con quota 103 non fa particolare paura al distretto tessile e alla fame di personale specializzato, che lo sta caratterizzando da qualche anno. Lo spauracchio che fa dormire sonni meno sereni agli imprenditori e che impone una seria riflessione sulle politiche industriali è il quadro demografico complessivo e le conseguenti difficoltà di ricambio generazionale, per il quale c’è da colmare un gap di quasi due decenni. La minaccia da tenere sott’occhio e da gestire è quella dei lavoratori della fascia di età fra i 50 e i 59 anni. Secondo quanto emerge dai recenti dati forniti dal Centro studi di Confindustria Toscana Nord, infatti, in questo range anagrafico si contano 5.000 persone. E’ verosimile che molti di questi siano lavoratori precoci, il che significa vicini al pensionamento e comunque vicini al raggiungimento dell’età pensionabile. "Dai 50 anni in avanti parliamo di 6.400 persone nella sola provincia di Prato (il distretto va oltre i suoi confini) che costituiscono una quota imponente dei 15.000 addetti tessili (sempre riferiti alla sola provincia di Prato, non all’intero distretto)", fanno sapere da Ctn. Il confronto con la possibile platea di chi potrebbe decidere di accogliere la proposta di quota 103 mette in evidenza che i maggiori grattacapi sono da individuare per questa fascia di età ancor più che per quella successiva. Secondo i dati Inps aggiornati a fine 2021 ed elaborati dal Centro studi di Ctn, i lavoratori del tessile in attività nella fascia di età 60-64 anni sono un migliaio: solo una parte di questi, quelli over 62 anni, sono potenziali fruitori di quota 103. Al momento, fra questi, non è possibile sapere quanti abbiano i requisiti di anzianità che li portino a raggiungere quota 103. Altri 400 lavoratori del tessile hanno più di 64 anni: teorici potenziali fruitori di quota 103 anche loro, ma è più probabile che persone in quella fascia di età vadano in pensione secondo i meccanismi ordinari.

Un quadro numerico che fa sostenere a Roberta Pecci, coordinatrice del gruppo di lavoro su offerta formativa, fabbisogni di professionalità e orientamento della sezione Sistema Moda di Ctn, che "quota 103 non sembra poter avere un impatto particolarmente forte sulle risorse umane delle imprese tessili pratesi. Semmai l’attenzione va tenuta alta sulla carenza di personale qualificato nel tessile, che possa assicurare il ricambio generazionale. Una situazione che abbiamo preso a cuore e per la quale abbiamo ideato iniziative, come E’ di moda il mio futuro, con le quali avvicinare i giovani al mondo tessile".

L’invecchiamento dei lavoratori tessili nel distretto "non si può negare e rappresenta una criticità che stiamo affrontando - dice Pecci - e il fatto che le imprese ricerchino personale dimostra che non siamo di fronte ad una retrocessione ma ad una buona tenuta. Il distretto può offrire lavoro sia ai giovani sia a persone uscite dal mondo produttivo e che intendono riconvertirsi. Come fare? Avvicinando e aprendo le aziende al territorio: per esempio quest’anno in E’ di moda il mio futuro c’è anche un focus sulle figure operaie". Alla base c’è una riflessione più ampia: "Non ci possiamo permettere di correre dietro all’istante - conclude Pecci - Occorre lavorare su visioni a lungo termine e tracciare delle direttrici sulle quali muoversi: un aiuto in questo senso arriverà dai dati che l’osservatorio attivato con Irpef ci potrà fornire".

Sara Bessi