Negli alberi monumentali è scritta la storia Dai faggi dei partigiani alla quercia dei record

Montemurlo è il comune con più giganti verdi della Toscana: sono 21. Ora un Qrcode li racconta. Il sindaco: "Patrimonio di tutti"

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PRATO

Sono stati riparo per i partigiani e testimoni nel febbraio del 1944, della nascita della brigata Orlando Storai (che prese il nome di un antifascista pratese fucilato alle Cascine), e della costituzione della brigata Bogardo Buricchi. I faggi di Iavello contenuti nell’albo degli alberi monumentali della regione sono stati testimoni diretti della Resistenza e con le loro folte e enormi chiome protezione per i partigiani. Tra tutti, i faggi di Iavello con i loro rami centenari tengono saldo un ideale legame col passato. Montemurlo traina la provincia nella classifica degli alberi monumentali: 78 quelli censiti in Toscana dal ministero delle Politiche Agricole e Forestali, dei quali 21 a Montemurlo, il comune con il più alto numero di piante secolari. Antichi giganti che dominano le zone più belle da diversi secoli, tanto da diventare oggi motivo di attrazione e bene da tutelare.

L’amministrazione di Montemurlo dal 2015 ha iniziato un lungo lavoro di ricerca storica e censimento grazie alla passione di alcuni dipendenti comunali, associazioni e cittadini che con i loro ricordi hanno permesso di risalire nel tempo della storia permettendo a Montemurlo di conquistare il bel primato. Insieme ai faggi di Iavello che rappresentano l’anello di congiunzione con il passato recente della seconda guerra mondiale spicca una sughera secolare: unica pianta di questa specie il cui habitat non è certo il clima della provincia pratese ad aver raggiunto in queste zone un tale primato. Si aggiungono altre due piante eccezionali che si stagliano sulle collina della zona di Casa del Sassonero. Vicino un antico casolare, immerso nella natura e circondato dai prati, si trovano due splendidi esemplari monumentali: la roverella di Sassonero, una imponente quercia alta 25 metri, con una circonferenza di 5 metri e un’età stimata di oltre 200 anni e un gelso di 170 anni, alto 10 metri, che in passato è stato colpito da un fulmine che ne ha danneggiato il tronco, ma non l’anima tanto da essere riuscito a resiste al tempo e agli anni.

"Montemurlo possiede uno straordinario patrimonio di alberi monumentali. Siamo il primo comune in Toscana per numero di alberi monumentali censiti. Una grande ricchezza ma anche una grande responsabilità. Spetta a tutti noi amare e difendere questi giganti verdi che ci emozionano per la loro maestosità e bellezza", commenta il sindaco Simone Calamai. "Invitiamo tutti ad andare alla scoperta degli alberi monumentali".

Tutti possono andare allo scoperta di queste piante eccezionali: il Comune di Montemurlo ha installato vicino ad ogni albero monumentale un cartello dove sono illustrate le principali caratteristiche botaniche della pianta, l’età stimata, l’altezza e altre curiosità legate alla storia dell’albero. Il cartello è accessibile anche dalle persone non vedenti. Una scritta in braille guida la persona ad un link collegato ad un file audio che consente di ascoltare la storia di ciascun albero. Lo stesso link è accessibile tramite un Qrcode, presente sul cartello, che consente di collegarsi ad una pagina web dove sono raccolte curiosità e leggende sulla pianta.

"La conoscenza è il primo passo per promuovere la tutela dei nostri alberi, che sono come grandi e buoni antenati che vigilano benevoli sul nostro territorio da secoli. Per questa ricchezza dobbiamo ringraziare anche i nostri progenitori che hanno curato e difeso lo sviluppo di queste piante", chiude il sindaco. Tra gli alberi storici censiti ci sono i grandi platani del parco di Villa Giamari, la ’cipressa’ di Pian di Scalino a Cicignano e il cipresso di Bagnolo lungo via Riva, un filare di cipressi e un cerro a Casa Reticaia nei pressi del torrente Agna. La specie più rappresentata nell’elenco degli alberi monumentale è il leccio (Quercus ilex), seguito dal Cupressus sempervirens.

Silvia Bini