"Mai vista una crisi così, fateci lavorare"

In centro 2500 luci accese per dire al governo che "Prato non si spegne". Le attività economiche vogliono resistere: "Ma servono aiuti"

Migration

Imprenditori, artigiani, commercianti e tanti semplici cittadini: tutti uniti nel chiedere che l’emergenza sanitaria non si trasformi per Prato in un allarme sociale. Erano 2500 le persone che simbolicamente ieri pomeriggio, attraverso il posizionamento di un lumino con nome e cognome, o con la ragione sociale dell’azienda, hanno partecipato alla manifestazione "Prato non si spegne". Dalla scalinata del Castello dell’Imperatore dieci cittadini, in rappresentanza di altrettante categorie colpite dai provvedimenti restrittivi dell’ultimo dpcm del governo, hanno raccontato la loro storia personale fatta di una crisi che attanaglia ormai da mesi i loro settori. A fare da sfondo agli interventi una piazza delle Carceri illuminata simbolicamente dalle candele.

"Ho quaranta dipendenti fra le mie attività e li ho già messi tutti in cassa integrazione – racconta Massimiliano Cosmo, titolare del locale Wallace di piazza Mercatale – Per la prima volta in trent’anni di attività mi hanno messo in ginocchio. Non so come pagare affitti e bollette. A noi non servono sussidi, vogliamo solo avere la possibilità di lavorare. Il governo piuttosto pensi a saldare subito gli stipendi dei dipendenti e ci aiuti con gli affitti, impedendo di effettuare gli sfratti".

A organizzare il flash mob sono stati tre consiglieri comunali di centrodestra: Claudio Belgiorno (FdI), Claudiu Stanasel e Leonardo Soldi (Lega) che hanno raccolto le adesioni dei cittadini e coinvolto i rappresentanti delle categorie.

"In questo momento siamo tutti sulla stessa barca – dicono – Pensiamo che questo evento possa rappresentare un esempio anche per altre città d’Italia. Il senso di questo presidio è quello di tenere alta l’attenzione sulle necessità delle persone e delle imprese. Servono risorse eccezionali, altrimenti alcune attività chiuderanno per sempre. Il messaggio che parte da Prato è quello di una piazza piena di luci di speranza per il futuro". Fra i settori colpiti dalla crisi c’è pure quello del commercio. A parlare dalla scalinata del Castello dell’Imperatore è stato il titolare del negozio di abbigliamento Clochard, Stefano Mugnaioni. "Noi non siamo costretti a chiudere alle 18 ma col clima che si è creato non si vende più niente – racconta – Ormai è un mese che va avanti questa situazione. Di fatto è come se fossimo chiusi, si spende solo di corrente a tenere aperto. E non vedere entrare nessuno in negozio è demoralizzante". Fra gli interventi anche quelli di Gianna Meoni, amministratore unico dell’Universo, in rappresentanza del mondo delle palestre, e di Luigi Galardi intervenuto a nome del mondo dello sport: due settori costretti quasi del tutto alla serrata. Forti preoccupazioni sono state espresse anche dalle agenzie viaggi.

"Siamo in crisi totale da febbraio – spiega Simone Gori dell’agenzia Cutter Viaggi – da quando il governo ha deciso lo stop del turismo scolastico. Quello è stato il primo colpo. Poi è stato un crescendo fra il blocco ai voli internazionali e un’estate pessima dove abbiamo potuto vendere solo in parte l’Italia". La rabbia degli agenti di viaggio riguarda anche la mancanza di aiuti da parte dello Stato. "Le risorse promesse non si sono viste – accusa Marica Tacconi dell’agenzia Il richiamo delle vacanze – Sono nove mesi che si parla di un fondo perduto che ancora non c’è. Il settore vale il 13% del Pil nazionale". Infine il mondo dell’arte e dello spettacolo: "Ho una scuola di musica – accusa Gabriele Vagli, segretario dell’accademia musicale Ars Nova – Essendo un’associazione non abbiamo ricevuto un euro dallo Stato". Mentre in piazza delle Carceri andava in scena "Prato non si spegne", in piazzetta Buonamici hanno manifestato contro il governo anche i gruppi di "Prato antifascista".

Stefano De Biase