
Made in Italy tarocco Finanza al Macrolotto Scatta maxi sequestro di 500mila vestiti
La guardia di finanza ha sequestrato 500.000 capi d’abbigliamento in un pronto moda del macrolotto industriale. Sulle etichette c’era infatti la dicitura ‘prodotto interamente in Italia’ o ‘100% made in Italy’, ma in realtà i capi non erano in regola con la normativa vigente e con le regole di tracciabilità della filiera di produzione e commercializzazione degli articoli di abbigliamento. L’attività delle fiamme gialle ha portato così al sequestro di merce per un valore commerciale di 1,5 milioni di euro. Quanto emerso nell’ultimo controllo evidentemente non è una novità per il territorio pratese, dove da anni si cerca di contrastare il fenomeno, talvolta anche attraverso la richiesta da parte della politica di leggi speciali per Prato, che possano consentire alle forze dell’ordine di avere più armi in mano per contrastare il fenomeno.
L’ultima attività della guardia di finanza si va a sommare ai controlli mirati portati avanti nel mese di marzo dai militari del comando provinciale, nell’ottica di "contrastare le fenomenologie illecite storicamente radicate nel distretto industriale pratese". In totale sono stati 42 gli esercizi commerciali del settore pronto moda a essere stati controllati negli ultimi due mesi: verifiche a seguito delle quali sono finiti sotto sequestro 2,4 milioni di capi d’abbigliamento. Come successo nell’ultimo controllo, anche nei precedenti sono state individuate irregolarità nella tracciabilità della filiera di produzione, e nell’indicazione del produttore e della composizione tessile dei prodotti. Elementi fondamentali, quest’ultimi, per garantire gli standard qualitativi della produzione tessile. Complessivamente sono quindi circa tre milioni i capi d’abbigliamento sequestrati nei pronto moda della città dalla guardia di finanza negli ultimi due mesi, per un valore totale stimato in circa 9,3 milioni di euro. Materiale che a breve sarebbe finito sul mercato, a tutto discapito dell’imprenditoria onesta e anche dei clienti finali, che pensavano di acquistare made in Italy, ma che in realtà era contraffatto.
"La sicurezza e la qualità dei prodotti, nonché l’adeguata informazione fornita dalle diciture e dai contrassegni sull’origine interamente italiana dei prodotti commercializzati – spiegano dalla guardia di finanza -, impone che la fabbricazione del capo di abbigliamento, attraverso le quattro fasi principali, disegno, progettazione, lavorazione e confezionamento, debba essere compiuta esclusivamente sul territorio italiano, fornendo così tutte le informazioni utili per poter valutare e scegliere in maniera consapevole". Una filiera completamente italiana che stavolta non era stata rispettata, a dispetto di quanto invece riportato sulle etichette. "L’ultimo sequestro effettuato, nonché quelli degli ultimi mesi, testimoniano ancora una volta l’impegno costante delle pattuglie della guardia di finanza sul territorio pratese – concludono dal comando provinciale -, per contrastare la commercializzazione di prodotti non conformi agli standard di sicurezza. Con queste attività, inoltre, contribuiamo alla protezione dei consumatori e alla tutela del mercato dei beni e servizi, dove gli operatori economici possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza".