LAURA NATOLI
Cronaca

Prato, inferno di fuoco a Chinatown: un ustionato, quattro intossicati / VIDEO / FOTO

E' successo in via Marini: una palazzina è andata quasi completamente distrutta. Un gruppo di cinesi è stato liberato dalle fiamme

Incendio in un'abitazione a Prato

Incendio in un'abitazione a Prato

Prato, 9 gennaio 2018 - Un inferno di fuoco e fumo. Una trappola che si sarebbe potuta rivelare mortale per un gruppo di cinesi che abita in un terratetto di via Marini 19, zona Chinatown, angolo via Filzi proprio sopra il bar Cimbalino. L’ennesimo incendio che ha fatto tremare la città. La paura è sempre la stessa, la memoria corre veloce alle vittime della Teresa Moda e della Tignamica. L’allarme è scattato ieri intorno alle 20,30 quando sei cinesi che vivono al secondo piano della palazzina hanno sentito l’odore del fumo invadere l’androne. Sono stati loro a chiamare i soccorsi quando si sono accorti della gravità della situazione. Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco con due squadre dal comando di via Paronese e dal distaccamento di Montemurlo. 

L’AUTOSCALA è stata fondamentale per mettere in salvo gli occupanti del secondo piano rimasti intrappolati: le fiamme avevano raggiunto le scale ostruendo l’unica via di fuga. I cinesi sono stati messi in sicurezza dai vigili del fuoco e sono usciti dall’appartamento scendendo dall’autoscala. Secondo quanto riferito dai pompieri, le persone che abitano al primo piano – quello da dove sono partite le fiamme – sarebbero cinque magrebini che sono scappati appena è scoppiato l’incendio, prima che le vie di fuga venissero ostruite dal fumo e dalle fiamme. In un primo momento si è temuto per la sorte di altri cinesi: secondo quanto riferito dai coinquilini messi in salvo (nessuno parlava italiano), due connazionali sarebbero rimasti intrappolati nell’appartamento al secondo piano. I vigili del fuoco hanno controllato la casa in lungo e in largo non con poche difficoltà: il fumo era talmente denso e nero da impedire la visibilità. Per un’ora si è temuto il peggio: i due dispersi potevano aver perso conoscenza rimanendo rinchiusi in una stanza. La tensione si è sciolta alle 22 quando i pompieri hanno completato la verifica dei locali constatando che all’interno non c’era nessuno. E’ probabile che i dispersi siano usciti prima degli altri e se ne siano andati. Tutti sono stati soccorsi dalle ambulanze di Misericordia e Pubblica Assistenza, anche se, alla fine, il bilancio è stato meno pesante del previsto. A riportare le conseguenze più gravi sono stati un uomo cinese di 46 anni, ustionato al volto e alle mani, trasferito al centro di Pisa, un altro cinese di 40 anni trasportato al Santo Stefano per una lieve intossicazione e una donna cinese, intossicata, finita a Careggi per il trattamento in camera iperbarica. Gli altri tre cinesi sono stati curati sul posto con l’ossigeno. Nessuno è in pericolo di vita. I magrebini stanno tutti bene. In totale sono state assistite dal personale sanitario undici persone. In via Marini è arrivata una pattuglia dei carabinieri per chiudere la strada e consentire le operazioni di soccorso. I marciapiedi si sono riempiti di curiosi – soprattutto cinesi – richiamati dalle urla e dai mezzi di soccorso rimasti per tutta la sera all’angolo con via Filzi. 

LA PALAZZINA è andata quasi completamente distrutta: dalla strada si intravedevano i muri anneriti. La famiglia – mamma con due figli, tutti italiani – che abita nella palazzina attigua a quella andata a fuoco, è stata evacuata per la verifica sulla stabilità dell’immobile. Il Comune ha aperto la sala operativa della protezione civile per ospitare gli evacuati. I vigili del fuoco sono rimasti fino a tardi in via Marini per spegnere del tutto le fiamme e per la bonifica. Al momento non si conoscono le cause che hanno provocato l’incendio ma le indagini sono già partite. Non sembra che vi fossero macchinari professionali nella palazzina ma è probabile che al secondo piano fosse stato allestito un dormitorio o un affittacamere come ce ne sono molti in zona. I cinesi saranno identificati e saranno fatti accertamenti sui loro documenti.